Toscana

IRAQ, INSURREZIONE SCIITA CON DECINE DI VITTIME E CENTINAIA DI FERITI

La giornata di ieri è stata una delle più cruente del “dopoguerra” in Iraq: non soltanto per il numero complessivo di vittime e feriti in manifestazioni, scontri e attentati che hanno avuto per teatro quasi tutto il paese, ma soprattutto per l’impressione complessiva di guerriglia ormai dilagante e crescente. Il New York Times di oggi definisce l’accaduto un’“insurrezione coordinata della milizia sciita contro l’occupazione guidata dagli americani”. Un bilancio completo e attendibile dei morti è difficile se non impossibile. E’ certo comunque che a Najaf, quando dalla base spagnola di Kufa hanno aperto il fuoco su una manifestazione sciita contro l’occupazione del Paese, almeno 20 iracheni e alcuni militari salvadoregni (due o quattro secondo fonti diverse) sono rimasti sul terreno; i feriti, secondo fonti mediche, sarebbero circa 200. A Baghdad, nella vecchia “Saddam City”, quartiere affollato e miserabile della periferia oggi ribattezzato “Sadr City”, sette o otto soldati americani sono morti in altri scontri con milizie sciite e due dozzine sono rimasti feriti. Con questi ultim i caduti, il totale delle vittime statunitensi in Iraq è salito ben oltre 600.’ Forse a 610 secondo calcoli non ufficiali. A Kirkuk, città curda del nord, è esplosa un’autobomba che ha provocato la morte di tre civili e il ferimento di altri due. Ma ci sono stati vittime e feriti anche ad Amara e a Nassyriya dove una scheggia ha raggiunto anche, senza conseguenze gravi, un militare italiano.

La responsabilità delle manifestazioni a cui hanno partecipato migliaia di sciiti in diverse città irachene, inclusa Najaf, è stata ricondotta a Moqtada Sadr, un giovane sciita radicale – che guiderebbe anche una potente milizia – ed a cui gli americani nei giorni scorsii avevano chiuso un giornale e arrestato il braccio destro. Il grande ayatollah Al-Sistani, sul finire della giornata di ieri, dopo aver definito “legittime” le rivendicazioni dei manifestanti ed aver condannato le azioni di quelle che ha definito “forze d’occupazione” ha espresso il suo appoggio alle famiglie delle vittime ed ha invitato la popolazione alla calma.

Il 60 per cento degli iracheni è sciita. Commentando la giornata di ietri, il “New York Times” scrive: “Diffusasi in tutto il Paese in poche ore, l’insurrezione viene cinque giorni dopo l’agguato di Falluja, città prevalentemente sunnita, in cui la folla aveva mutilato i corpi di quattro agenti speciali americani e ne aveva appesi due a un ponte. Insieme, i fatti di Falluja e quelli di ieri in altre città potrebbero scuotere la presa americana sull’Iraq più di qualsiasi altra cosa accaduta dall’invasione che il 9 aprile scorso depose il governo di Saddam”.Misna