Toscana

IRAQ, EX-MILITARI LE VITTIME DELL’AGGUATO DI FALLUJA. QUASI 600 I MILITARI USA UCCISI DALLA FINE DELLA GUERRA

Non erano imprenditori che avevano vinto appalti i quattro cittadini statunitensi barbaramente uccisi e brutalizzati dalla folla mercoledì scorso a Falluja, nel cosiddetto ‘triangolo sunnita’: erano ex-militari assunti dalla ‘Blackwater Security Consulting’ di Moyock (North Carolina), un’azienda statunitense che aveva ottenuto in subappalto il compito di garantire la sicurezza della consegna dei pasti per le truppe impiegate nella zona di Falluja, considerata una delle più pericolose di tutto l’Iraq. Per almeno 24 ore molti mezzi di informazione, per un incomprensibile equivoco, avevano fornito una descrizione errata del loro ruolo. Le quattro vittime, delle quali non sono ancora stati resi noti i nomi ma i cui martoriati resti sono stati recuperati dalle forze armate statunitensi, erano tre ex ‘Seals'(foche) della marina degli Stati Uniti e un ex-ranger dell’esercito. I quattro, come tutti gli altri ex- militari che lavorano per la Blackwater, erano stati addestrati nel campo di Chesapeake, dal quale devono passare tutti coloro che poi vanno a garantire la sicurezza del personale delle aziende che si rivolgono al gruppo di Moyock. La stampa e le emittenti radiotelevisive non solo statunitensi hanno dato molto spazio alla tragica morte dei quattro ex-militari, i cui corpi carbonizzati sono stati trascinati per le strade di Falluja, ripetutamente colpiti con pale, bastoni e altri strumenti e infine appesi a un ponte. La Casa Bianca, dopo aver chiesto ai media di autocensurarsi non pubblicando immagini o trasmettendo filmati relativi al caso, ha ribadito che non richiamerà i militari statunitensi di stanza nel Paese arabo.

“Dopo la strage dei marines in Somalia ce ne siamo andati; questa volta non lo faremo” ha detto Adam Ereli, portavoce del dipartimento di Stato Usa, riferendosi al destino toccato a Mogadiscio, ormai 11 anni fa, a un soldato che si trovava a bordo di un elicottero Black Hawk abbattuto, il cui corpo venne trascinato per le strade della capitale somala. Ereli ha comunque definito “un’anomalia isolata” il linciaggio degli agenti speciali che, data la natura del loro incarico, correvano ovviamente rischi più grandi di semplici civili. “Ci ritroveremo sempre più soli in questa storia” ha mestamente commentato il generale in pensione Anthony Zinni, sottolineando che probabilmente è proprio questo il vero obiettivo del linciaggio, spaventare cioè non solo la presenza militare di altri Paesi ma anche quella relativa a operazioni di ricostruzione. Secondo alcune fonti, i comandanti militari americani starebbero ora preparando una massiccia operazione su Falluja; nel frattempo è stato anche cancellato, sempre per motivi di sicurezza, il ‘primo salone commerciale’ del dopoguerra già previsto a Baghdad per i prossimi giorni.

È stato intanto aggiornato il macabro computo dei soldati della coalizione guidata da Washington caduti in Iraq: con i cinque militari caduti ieri, le vittime Usa sono 598, alle quali vanno aggiunte le 99 della cosiddetta coalizione: 59 britannici, 17 italiani, 9 spagnoli, 5 bulgari, 3 ucraini, 2 polacchi, 2 tailandesi, 1 danese e 1 estone.Misna