Toscana

PINO ARPIONI, DALLA REGIONE MEDAGLIA D’ARGENTO ALLA MEMORIA

Proprio ai giovani servono esempi di uomini coerenti, che non hanno paura di impegnarsi per gli altri. Pino Arpioni ha avuto il pregio di riuscire, durante tutta la sua vita, a seguire la sua vocazione e costruire qualcosa di nuovo e di utile per i giovani. Come merito basterebbe quello di essere stato, già nel dopoguerra, l’inventore dei campi scuola ed il fondatore dell’Opera Villaggi per la gioventù, oggi Opera per la gioventù «Giorgio La Pira», che in 50 anni di attività ha coinvolto almeno 40 mila ragazzi toscani. Ma Arpioni fu molto di più per il suo impegno morale, politico e sociale, per l’attenzione ai temi della pace, dell’ecumenismo e della cooperazione tra i popoli. Un toscano di grande valore, che verrà ricordato lunedì 1° marzo – alle 15 – in Consiglio regionale, con la consegna di una medaglia alla memoria.

L’iniziativa, voluta dall’Ufficio di presidenza su proposta del segretario-questore Franco Banchi, celebra l’impegno di Pino Arpioni, a tre mesi dalla sua scomparsa, proprio per l’azione di educatore dei giovani ai valori di accoglienza e solidarietà, di sostenitore dei più deboli e per il suo senso del dovere civico. Si dedicò, infatti, anche alla politica come strettissimo collaboratore di Giorgio La Pira (di cui fu esecutore testamentario), fin dalla prima amministrazione, quando, eletto giovanissimo in consiglio comunale, ebbe l’incarico di metter su i cantieri di lavoro per poi diventare nel 1960 assessore al personale nella prima giunta di centro–sinistra. Ma la sua più forte passione fu quella di educatore, attraverso l’organizzazione di campi–scuola, iniziati già nel 1948 con la sua parrocchia di Empoli, e poi introdotti nella Giac (Gioventù di Azione Cattolica) fiorentina prima e in quella regionale dopo. Nel 1954 costruì a Pian degli Ontani il primo «Villaggio della Gioventù» seguito l’anno dopo da quello de «La Vela» a Castiglion della Pescaia.

L’amore per la formazione dei giovani gli si manifestò negli anni della prigionia nei campi di concentramento tedeschi, in cui venne rinchiuso dopo l’8 settembre 1943 alla giovane età di 19 anni. Infatti, come Pino stesso ammetteva, durante l’internamento si accorse che alla formazione religiosa mancava quella sociale. «Ricordare Pino Arpioni – ha dichiarato il segretario questore del Consiglio regionale, Franco Banchi – significa riferirsi ad una persona che ha speso tutta la vita per l’educazione dei giovani e per diffondere i valori della pace attraverso la costruzione della civiltà del dialogo. Il tutto attraverso la complementarietà nella distinzione tra l’impegno pastorale e quello civico-politico». Alla cerimonia del 1° marzo Franco Banchi terrà la prolusione, con la comunicazione delle motivazioni per l’assegnazione della medaglia alla memoria, mentre il presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini consegnerà l’onorificenza ad un rappresentante dell’Opera per la Gioventù «Giorgio La Pira» che, anche dopo la morte del fondatore, prosegue l’attività di formazione a servizio dei giovani toscani.

Pino Arpioni, un maestro di vita per generazioni di Toscani