Toscana

PIANO REGIONALE, QUASI 8 MILIONI DI EURO PER LO SPETTACOLO

Sette milioni e ottocentosettantacinque mila euro: non meno del quaranta per cento ad enti e fondazioni di rilevanza regionale e nazionale, non meno del venti invece a progetti proposti a finanziamento regionale ed a progetti di iniziativa regionale. Queste le risorse finanziare per l’attuazione del Piano regionale per lo spettacolo, per l’anno 2004, che è stato approvato dal Consiglio dopo ampio dibattito. A favore si sono espressi i gruppi di maggioranza e Rifondazione comunista, mentre hanno optato per l’astensione Forza Italia, Alleanza Nazionale e l’Unione dei democratici cristiani e di centro.

Lucia Franchini (La Margherita), Presidente della commissione “Attività culturali e Turismo”, si è soffermata sul sistema dello spettacolo articolato per reti. Obiettivo generale definito da legge regionale del 2000 e quindi concretizzato con questo piano, che avvia il processo di costruzione del sistema, sulla base dello stato del settore e delle potenzialità di sviluppo. Da qui l’individuazione di tre possibili sistemi: teatrale, della musica e della danza, “processo che si attua attraverso la pratica della concertazione territoriale e si sviluppa per fasi – ha sottolineato la Presidente – Un ruolo essenziale è svolto dalle Province e dai Comuni, chiamati a promuovere e coordinare lo sviluppo delle reti territoriali di competenza”.

Il piano mira a consolidare il sistema teatrale toscano, a potenziare le attività degli enti di rilevanza nazionale e regionale, a sostenere attività teatrali, musicali, di danza, festival, cinematografie, audiovisivi e multimediali di qualità; accanto a forme di spettacolo non convenzionali, come teatri di marionette, di strada, teatro in carcere, amatoriale e per bambini. Una panoramica di estro e vivacità dove la Toscana guarda con favore a programmi di confronto e scambio culturale ed ai rapporti di collaborazione tra sistema teatrale, associazionismo e mondo della scuola.

Luci e ombre sullo spettacolo toscano sono emerse nel corso del dibattito. Per Giuliana Baudone (Alleanza Nazionale) “il piano presenta una serie di scelte che devono essere affinate o messe a punto meglio, in particolare c’è ancora troppo ‘monopolio’ da parte dei soliti soggetti che, in virtù di clientele e percorsi facilitati, si sono accaparrati nel tempo finanziamenti e posti di rilievo”. Franco Banchi (Unione dei democratici cristiani e di centro), dopo aver valutato positivamente i correttivi del piano, ha rilanciato l’indicatore del monitoraggio “da utilizzare in itinere”, per un controllo dei criteri sul campo, ha chiesto di definire meglio il rapporto tra Toscana e livello nazionale, di lavorare di più sulla qualità dei progetti e di attuare una sinergia anche con le Università. Della serie: il piano presenta modifiche positive, ma si può fare di più. (cs-ps)