Toscana
IRAQ, ATTENTATI FANNO STRAGE DI DIRIGENTI KURDI
Centinaia di morti in diversi attentati o in scontri a fuoco in Iraq tra sabato e domenica. L’episodio più grave a Erbil, uno dei centri più importanti del Kurdistan iracheno, per l’azione quasi simultanea di due kamikaze contro le sedi delle due principali formazioni politiche del nord, il Partito democratico del Kurdistan (Pdk) e l’Unione patriottica del Kurdistan (Puk). Decapitati i vertici dei due partiti: tra le vittime: Akram Mintik, governatore di Erbil, il vice primo ministro della regione, Sami Abdul Rahman, i due ministri Shawkat Shaikh Yazdin e Saad Abd Allah e due dirigenti politici, Saad Abdallah del Pdk e Shahwan Abbas del Puk. I sospetti per l’attentato, che avrebbe causato non meno di 60 morti (ma alcune fonti parlano addirittura di 140), tra le centinaia di persone che stavano partecipando alla cerimonia di apertura di Eid al-Adha, la festa del sacrificio (che ricorda il sacrificio di Isacco), ricadono sull’organizzazione terroristica islamica Ansar al-Islam.
Intanto a sud di Baghdad almeno 20 persone sono rimaste uccise nell’esplosione di un deposito di armi del contingente polacco. Lo ha reso noto il portavoce Robert Strzelecki, precisando che l’esplosione è avvenuta la notte scorsa nella zona controllata dalla Polonia a sud di Baghdad. Secondo le prime ricostruzioni fornite dal portavoce sarebbero stati gli stessi iracheni rimasti uccisi nell’esplosione a provocarla dopo essere penetrati nel deposito che era situato in una zona desertica a circa 180 chilometri a sud di Kerbala.
Sabato a Mosul, un’autobomba è esplosa davanti alla stazione di polizia provocando la morte di almeno 9 persone e il ferimento di altre 45. Intanto tre soldati americani sono rimasti uccisi sempre sabato nell’attacco sferrato contro un convoglio militare tra Tikrit e Kirkuk.