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IRAQ, ONU ANNUNCIA POSSIBILE “MISSIONE ELETTORALE”. ANCORA ATTENTATI

“Quando sarò certo che la Cpa avrà garantito provvedimenti di sicurezza adeguati, mandero in Iraq una missione in risposta alle richieste che mi sono pervenute” : lo afferma il segretario generale dell’Onu Kofi Annan in una dichiarazione ufficiale datata Parigi, dove ha incontrato il presidente francese Jacques Chirac, ma distribuita dai competenti uffici del Palazzo di Vetro a New York. La Cpa citata da Annan è la “Coalition Provisional Authority”, in pratica le forze della coalizione costituita dagli Stati Uniti e dai loro alleati in Iraq. Le richieste a cui il segretario generale si riferisce sono quelle che ha ricevuto il 19 gennaio scorso a New York sia dalla Cpa sia dall’Iraqi governig council, il consiglio temporaneo di governo dell’Iraq, una struttura composta anche da rappresentanti locali ma che di fatto fa capo agli Stati Uniti; in quell’incontro, ad Annan era stato chiesto di inviare una missione tecnica in Iraq per stabilire se sia possibile tenervi elezioni per un “parlamento di transizione” prima del 30 giugno, data in cui al Paese la Cpa dovrebbe restituire la sovranità. Pur sottolineando che sulla base delle analisi compiute fino a questo momento, l’Onu dovrebbe poter avere un “ruolo costruttivo nel superare l’attuale impasse”, Annan nella sua dichiarazione ufficiale ha aggiunto considerazioni che non hanno ottenuto grande attenzione dai mezzi d’informazione internazionali:”La missione accerterà il punto di vista di un vasto spettro della società irachena in cerca di alternative che permettano di procedere verso la formazione di un governo temporaneo.” Annan ha anche aggiunto: “ Ho già reso chiaro che dal mio punto di vista non c’è un’unica ‘via giusta’: sono decisamente dell’avviso che la possibilità più realistica per procedere potrebbe essere quella che venisse dagli stessi iracheni. Il consenso tra tutti i diversi gruppi iracheni costituirebbe la miglior garanzia di un accordo di governo temporaneo credibile e legittimo”.

Mentre il Segretario Generale era a Parigi e rendeva nota la posizione dell’Onu, in una delle giornate più cruente per gli Stati Uniti, venivano uccisi in Iraq sei soldati statunitensi e due dipendenti della rete televisiva Cnn. Duraid Isa Mohammed, traduttore e producer e l’autista Yasser Khatab sono stati colpiti dai ribelli iracheni mentre tornavano a Baghdad; il cameraman Scott McWhinnie è stato anche raggiunto alla testa da un proiettile. I soldati statunitensi uccisi finora su suolo iracheno, secondo dati Usa, sono 520, gran parte dei quali dopo la fine ufficiale della guerra; le vittime irachene, pur non esistendo alcun bilancio ufficiale, sarebbero più di diecimila.Misna