Toscana

IRAQ, UN’ALTRA STRAGE A BAGHDAD

“Internazionalizzare le forze di sicurezza e cedere all’Onu le redini del governo provvisorio”: lo ha chiesto ieri il senatore statunitense John Edward, intervenendo in un programma televisivo poche ore dopo la notizia che uno dei più spettacolari attentati dalla fine della guerra aveva provocato a Baghdad almeno 20 morti e 131 feriti. Non ancora definitivo in tarda serata, soprattutto per quel che riguarda il numero delle vittime statunitensi, il bilancio di questa ultima azione della guerriglia irachena sembra destinato ad avere conseguenze politiche pesanti. Compiuto domenica mattina contro il quartier generale della coalizione a Baghdad, l’attacco ha utilizzato un veicolo che, imbottito a quanto pare con mezza tonnellata di dinamite (o sostanza analoga), è esploso alle 8:00, ora locale, davanti alla cosiddetta ‘Porta degli assassini’, ingresso principale dell’ex-palazzo presidenziale di Saddam Hussein e oggi quartier generale della coalizione e degli uffici dell’amministratore americano per l’Iraq, Paul Bremer. Quando è avvenuta la deflagrazione, la vettura, un pick up, era in coda dietro ad alcune auto in attesa di entrare nell’edificio: numerosi anche i civili iracheni che a piedi attendevano di passare i controlli per recarsi al lavoro (la domenica è giorno lavorativo in Iraq).

Proprio i civili sarebbero le principali vittime, certamente numerosi iracheni che lavoravano per gli americani. Secondo Bremer, l’attentato è stato espressamente pianificato per fare «il maggior numero di vittime innocenti; una volta di più sono degli iracheni a esser stati assassinati da terroristi in un atto di violenza insensata». Si tratta del primo attentato compiuto nella capitale irachena dall’inizio dell’anno, avvenuto proprio alla vigilia della riunione che si tiene oggi a New York tra Nazioni Unite, Usa e Consiglio di governo provvisorio iracheno per discutere il ruolo dell’Onu in Iraq e preparare un eventuale ritorno dell’organizzazione internazionale a Baghdad. Al Palazzo di Vetro, il segretario generale dell’Onu Kofi Annan incontrerà Bremer e una delegazione del Consiglio istituito in Iraq dagli Stati Uniti. L’ex-presidente Jimmy Carter, rafforzando l’appello del senatore Edwards, ha sottolineato che la guerra in Iraq guidata da Washington “si è dimostrata non solo fondata su informazioni sbagliate e dichiarazioni fuorvianti ma continua a essere la dimostrazione di una tragedia”. Un sondaggio congiunto del quotidiano New York Times e della stazione televisiva Cbs svolto la settimana scorsa e reso noto ieri, considerato il margine di errore del tre per cento, vede gli americani quasi equamente divisi tra coloro che sono d’accordo con la gestione presidenziale della guerra (48 per cento) e coloro che la disapprovano (46 per cento); difficile collocare il sei per cento che non si pronuncia.Misna