Toscana
SOLVAY-ALTAIR, ACCORDO PER LA BONIFICA IN VAL DI CECINA
Entro 5 anni sarà totalmente eliminato l’uso del mercurio nei processi produttivi della Solvay e della Altair, saranno abbattuti del 70 per cento i solidi sospesi contenuti negli scarichi a mare e saranno ridotti al minimo i prelievi idrici dal Cecina in modo da tutelare la vitalità del fiume. Sono questi gli impegni più importanti presi da Regione Toscana, Province di Livorno e Pisa, Comunità montana dell’Alta Val di Cecina e dai Comuni di Rosignano Marittimo, Volterra, Pomarance, Cecina, Montecatini Val di Cecina, che ieri (7 gennaio) hanno siglato un documento di fatto già operativo.
Lunedì prossimo la giunta concluderà la sua procedura di valutazione di impatto ambientale in relazione al progetto di estrazione e lavorazione del salgemma a Cecina, Volterra e Poppiano, sulla base di prescrizioni fra cui quella che prevede la costruzione di due bacini uno di 2 milioni e l’altro di 900 mila metri cubi – alimentati dalle piene invernali del Cecina nei quali prelevare sia l’acqua necessaria all’attività industriale attualmente raccolta direttamente dal fiume, sia quella per alimentare un nuovo acquedotto che fornirà acqua potabile a Volterra e al suo comprensorio, mettendo fine ai prelievi dei pozzi. Sono infine previsti monitoraggi ambientali e altri inteventi di natura geologica. La concessione mineraria alle due imprese, dunque, sarà subordinata alla realizzazione di questi impianti che devono garantire il flusso minimo vitale in ogni stagione del Cecina.
L’intesa rappresenta un passaggio cruciale per una realtà – l’Alta e Bassa Val di Cecina – che nel Piano regionale di azione ambientale è stata inserita tra le zone di criticità. Un inserimento duvuto a diverse problematiche, dall’immissione in ambiente di circa 100 chilogrammi di mercurio ogni anno all’estrazione del salgemma utilizzato per la produzione del bicarbonato alla Solvay, dal sovrasfruttamento della falda idrica (circa 20 milioni i metri cubi prelevati dalla Solvay per uso industriale) ai “solidi sospesi” negli scarichi a mare (160 mila tonnellate nei primi dieci mesi del 2003), fino all’inquinamento atmosferico (inquinanti ben più alti delle medie regionali per otto indicatori). (cs-dp)