“Il Patto di Ginevra dimostra che un trattato di pace tra Israele e Palestina è possibile”. E’ il commento di padre David Jaeger, portavoce della Custodia di Terra Santa ed esperto di questioni mediorientali all’accordo di Ginevra siglato ieri in Svizzera tra esponenti politici e della società civile palestinese ed israeliana. Si tratta, ha dichiarato il francescano in un’intervista al Sir, di “un esempio e di una sfida. Giuridicamente esso è un documento privato tra cittadini, redatto e pubblicato per sfidare i rispettivi Governi, come per dire: se l’abbiamo potuto raggiungere noi, lo potrete fare anche voi, se vorrete! Implicito il rimprovero: se non lo avete fatto finora e se non lo fate ancora, non è perché non si può, ma perché non volete…”. Anche se non ufficiale’ il patto, ad avviso di padre Jaeger, “è applicabile. Gli autori sono persone serie, non solo intellettualmente ma con esperienza di Governo”. “Nessuno dichiara che il documento sia perfetto ma è sufficientemente dettagliato per dimostrare che un trattato di pace è possibile. Certo, qualora si arrivasse ai negoziati effettivi, la Chiesa dovrà poter essere ascoltata ed avrà le sue riserve circa l’insufficiente attenzione alla richiesta dello ‘statuto speciale internazionalmente garantito’ per Gerusalemme, per sottrarre i diritti e i legittimi interessi della cristianità alla buona volontà delle due parti”. Ma perché questo accordo possa concretizzarsi, ha concluso il religioso, “occorre, oltre alla mobilitazione della ‘piazza’, una veicolazione politica del sentimento popolare e vedere se si troveranno partiti politici pronti a raccogliere questi sentimenti e dar loro la dovuta espressione a livello politico e di Governo”. Sir