Toscana
TOSCANA-MEDIO ORIENTE: IN 11 ANNI 60 PROGETTI COOPERAZIONE SANITARIA, FORMAZIONE PROFESSIONALE, TURISMO, CULTURA
Dal 1992 ad oggi la Toscana ha investito in Medio Oriente oltre 5 milioni di euro, per oltre 60 progetti avviati: dalla formazione professionale alla pianificazione urbanistica, dal sostegno alle attività produttive ad un aiuto per la valorizzazione turistica e culturale, fino alla cooperazione sanitaria. Non tutti i progetti sono stati proposti dalla Regione: lo hanno fatto anche Comuni, Province, associazioni ed ospedali. Dei cinque milioni di euro, la Regione ne ha investiti tre e dal 1999 sono 30 i progetti attivati. L’obiettivo comune è la pace in Terra Santa e, in questa direzione, uno degli ultimi passi concreti è stata l’inaugurazione, a maggio, della Casa Toscana presso il consolato italiano, nel cuore di Gerusalemme, un ufficio che segue da vicino i progetti di cooperazione decentrata in Medio Oriente. A maggio, sempre in Palestina, è partito anche un progetto di telemedicina (l’impegno è di 700 mila euro) per permettere diagnosi e cure a distanza attraverso un collegamento satellitare tra l’ospedale di Jenin e l’Holy Family Hospital di Nazareth. Sul fronte della conoscenza interculturale, proprio in questi giorni, è cominciato a Prato un programma di installazioni visive ed incontri per conoscere meglio il popolo palestinese. Presto ne seguirà uno analogo sul popolo israeliano.
Da poco si è concluso anche il programma Med Cooperation, un progetto europeo fra città israeliane, palestinesi e toscane sui temi dello sviluppo locale: lo stanziamento è di 281 mila euro, di cui 58 mila messi a disposizione dalla Regione. Dal programma è nata l’idea di un «Una strada del patrimonio culturale del nord della Terra Santa», un progetto che, partendo dall’esperienza di marketing territoriale toscana, cercherà di promuovere un itinerario turistico alternativo ed inedito rispetto ai luoghi più noti. Esso interesserà Akko, col suo porto pisano, l’antica San Giovanni D’Acri dove approdò San Francesco nellþestremo nord del paese; Haifa ed il suo quartiere tedesco; Taibeh con la celebre torre; le città palestinesi di Nablus con i suoi siti romani, Tulkarem ed il suo vecchio municipio e Anabta con il suo mulino ad acqua. La Toscana si impegnata a finanziarlo con un primo stanziamento di 100 mila euro.
La collaborazione tra Toscana e Medio oriente comprende anche corsi di formazione di olivicoltura e di ricamo, per meccanici ed elettricisti, per viticoltori ed addetti agricoli oltre ad aiuti per ricostruire le infrastrutture come il restauro delle facciate e della pavimentazione, rovinate dal passaggio dei cingolati, nella piazza della Torre di Nablus. Sono stati organizzati anche seminari, percorsi e campi di pace fin dalla fine degli anni Ottanta, e, recentemente, reti per la difesa dei diritti dell’infanzia. Sono stati venduti in Toscana anche presepi ed altri prodotti artigianali tipici dell’area.
La Provincia di Pisa sta invece lavorando, in collaborazione col Centro servizi della Camera di Commercio di Betlemme, ad un progetto di sostegno alla popolazione per superare la crisi economica e diminuire la disoccupazione. Sul fronte della cooperazione sanitaria, grazie agli accordi fra aziende ospedaliere toscane ed ospedali in Terra Santa (Haifa, Nazareth, Gerusalemme Est e Nablus), la Toscana accoglie ogni anno una decina di bambini israeliani e palestinesi sui 300 che arrivano da tutto il mondo, vittime di guerra ma anche affetti da gravi patologie che, dove sono nati, non potrebbero essere curate. Negli stessi paesi la Toscana invia anche medicinali ed apparecchiature: al comune di Nablus, nel pieno del conflitto, sono stati spediti medicinali per oltre 100 milioni di vecchie lire. (ANSA).