Toscana
BRASILE, VESCOVO DENUNCIA: 18 INDIGENI UCCISI IN POCHI MESI PER LA TERRA
In otto mesi, dall’inizio del 2003, sono stati uccise in Brasile per conflitti legati alla terra, 44 persone tra lavoratori e dirigenti sindacali, tra cui 18 indigeni. E negli anni aumentano gli omicidi e l’impunità. A denunciare la situazione in un’intervista che verrà pubblicata sul prossimo Sir bisettimanale è il comboniano Gianfranco Masserdotti, vescovo di Balsas (Maranhao), che è anche presidente del Cimi, il Consiglio indigenista missionario che difende la causa dei 252 popoli indigeni del Brasile (750.000 persone).
“Gli indios rivendicano la propria terra, ma questo non viene riconosciuto loro nella pratica economica e politica spiega don Masserdotti -. Le loro terre sono invase da industriali e multinazionali che sfruttano le risorse naturali: oro, legno, diamanti, piante…E tutti questi omicidi, ad opera di sicari pistoleros spesso assoldati dai fazendeiros (proprietari terrieri), rimangono nella più totale impunità. La Costituzione brasiliana riconosce il diritto alla terra ma nella pratica questo diritto non viene rispettato perché ci sono dietro gli interessi dei potenti”.