Toscana

PESCIA, SFIDUCIA AL SINDACO: AL VOTO NEL 2004

Undici contro dieci. Grazie al voto di Giovanni Felici, Claudio Papi e Paolo Pollastrini, i tre consiglieri transfughi da Forza Italia che hanno dato vita al gruppo autonomo, «Libertas Civitatis», l’opposizione ha incassato la sfiducia al sindaco Roberto Fambrini, che guidava un’amministrazione di centro-destra. La crisi era scoppiata con il consiglio comunale di venerdì 27 giugno, nel corso del quale Ds, Rifondazione Comunista e Libertas Civitatis avevano presentato una mozione scritta di sfiducia al sindaco. Si era subito cominciato a discutere anche sulla data entro cui mettere ai voti la mozione. A termini di legge deve essere discussa entro 30 giorni, ma pur essendo stata presentata il 27 era stata poi protocollata il 30 giugno, poiché il sabato e la domenica gli uffici comunali sono chiusi. Alla fine era stata scelta la data di lunedì 28 luglio per la convocazione del consiglio dove arrivare al voto finale.Nonostante frenetici incontri e aspre polemiche anche sui contraccolpi per l’economia pesciatina di una crisi, il mese di tempo non è stato sufficiente al sindaco Roberto Fambrini per «ricucire» gli strappi nella maggioranza. Strappi che erano partiti fin dai primi mesi di vita dell’amministrazione di centro-destra, con Felici e Pollastrini che reclamavano una maggiore attenzione ad alcune problematiche.

La prima «svolta» si era avuta con l’uscita dei due consiglieri da Forza Italia e la creazione del gruppo autonomo «Libertas Civitatis» e l’astensione dal voto sul bilancio di previsione 2003. Ma Fambrini poteva ancora contare su undici consiglieri contro gli otto dell’opposizione cui si sarebbero potuti aggiungere i due. Poi sono arrivate a sorpresa le dimissioni di Graziano Capitanini, anche lui di Forza Italia, sostituito da Claudio Papi, il quale decide subito di allearsi agli altri due colleghi ex azzurri. E così, di colpo, la maggioranza si è ritrovata in minoranza. Adesso si attende l’arrivo del commissario che gestirà il Comune per un anno, in attesa delle elezioni.