Toscana

P. ALBANESE: A MONROVIA SI MUORE ASPETTANDO LA MISSIONE DI PACE

«Mentre da Monrovia arrivano notizie di pesantissimi combattimenti, la Comunità internazionale continua a perdere tempo, nonostante i ripetuti appelli del segretario generale dell’Onu Kofi Annan». La denuncia è di padre Giulio Albanese, direttore dell’Agenzia Misna. «È davvero inquietante – prosegue Albanese – l’atteggiamento dell’Ecowas, la Comunità economica dei Paesi dell’Africa occidentale, che sembra debba allestire una ‘Crociata’ d’altri tempi, per non parlare degli Stati Uniti che appaiono a dir poco timorosi, come se facesse loro paura sbarcare in terra africana. Questi signori sapevano bene che in Liberia la tregua tra governo e ribelli era appesa da giorni ad un esile filo, eppure continuano a temporeggiare in attesa del peggio a tutti i costi, secondo una sorta di cinico copione, prima del loro fatidico intervento… ammesso e non concesso che ci sarà mai».«Eppure, a pensarci bene, – conclude il direttore di Misna, riferendosi alle recenti dichiarazioni di Bush – si tratta semplicemente di spedire poche migliaia di soldati per una missione d’interposizione che anche le Chiese chiedono a gran voce, non foss’altro perché di questo passo, con tutte le bombe che piovono dal cielo, sarà davvero un’ecatombe umanitaria. Intanto, tra quella povera umanità dolente ci sono tanti bravi missionari e missionarie, oltre che a generosi volontari. Uomini e donne che fanno il loro dovere, in nome della solidarietà fattiva, rischiando la pelle a fianco degli ultimi. A loro il nostro plauso e la nostra umile preghiera».

«Le condizioni umanitarie della popolazione si stanno deteriorando sempre più» ha raccontato alla Misna Padre Mauro Armanino, della Società missioni africane (Sma), raggiunto telefonicamente. «Ieri mentre andavo a celebrare la messa in un quartiere meridionale di Monrovia ho visto con i miei occhi migliaia di persone che scappavano a sud, verso l’aeroporto. Nella zona di Lelwa c’era una lunga colonna di civili che portano con sé quel poco che è rimasto loro. Questa gente è costretta ad affrontare condizioni igieniche e alimentari sempre più gravi». «La Chiesa – prosegue – sta cercando di fare ciò che può; l’arcivescovo di Monrovia Michael Francis al momento si trova in Gran Bretagna, le parrocchie si sforzano di fronteggiare l’emergenza con i mezzi che hanno a disposizione. La Caritas distribuisce cibo, quando i suoi depositi non vengono saccheggiati, come è già accaduto». Monrovia è sotto assedio da quasi un mese: ieri i ribelli hanno lanciato un nuovo attacco, facendo precipitare di nuovo la capitale in un clima di caos e terrore. Gli sfollati a causa di questi ultimi attacchi – secondo l’Onu – sono oltre 100mila. La gente è costretta a subire anche i soprusi compiuti da miliziani, poliziotti e ribelli che saccheggiano sistematicamente la popolazione.