Toscana

SVILUPPO UMANO (RAPPORTO ONU): CONTRO FAME, MALATTIE E ANALFABETISMO UNA CADUTA SENZA PRECEDENTI

Presentato questa mattina a Dublino, il Rapporto sullo Sviluppo Umano 2003, commissionato dal Programma Onu per lo Sviluppo, introduce un nuovo piano di azione – il “Patto di sviluppo del Millennio” – per il raggiungimento degli obiettivi posti nel 2000 al Summit dell’Onu, tra cui l’arresto della diffusione dell’Aids e il raggiungimento dell’istruzione elementare universale. Gli obiettivi erano stati fissati tenendo conto che “la sola crescita economica non solleverà il mondo dalla povertà che affligge 1 miliardo di persone”. Occorre intervenire sul piano culturale e con misure internazionali adeguate per affrontare problemi, quali la malnutrizione e l’analfabetismo, che sono causa e sintomo della povertà.

Le “statistiche sono impressionanti” e segnalano una caduta di impegno contro la povertà senza precedenti: nell’ultimo decennio 13 milioni di bambini sono morti a causa di malattie diarroiche; ogni anno oltre mezzo milione di donne, una per ogni minuto al giorno, muore durante la gravidanza e il parto; più di 800 milioni di persone, pari al 15% della popolazione mondiale, soffrono di malnutrizione; a livello globale, un bambino su cinque non finisce la scuola elementare, nell’Africa Sub-Sahariana uno su tre e nell’Asia meridionale uno su quattro. Tra le raccomandazioni del Rapporto: adozione di riforme politiche nei paesi in via di sviluppo, accompagnate dall’accesso al commercio e da un maggiore impegno all’aiuto da parte delle nazioni ricche; investimenti nell’industria e nelle attività imprenditoriali.

Il Patto di sviluppo del Millennio pone come fine ultimo quello di liberare milioni di persone dalla povertà estrema entro il 2015, dimezzando la percentuale di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e che per lo più non dispongono né dei servizi sanitari essenziali, né di acqua potabile. Secondo il Rapporto sullo Sviluppo Umano 2003 tale traguardo sarà raggiunto grazie alla sostenuta crescita economica dei due paesi più popolosi, la Cina e l’India. Negli ultimi dieci anni, infatti, la dinamica economica cinese ha tratto fuori dalla povertà 150 milioni di persone. In India, tra il 1999 e il 2000, la crescita pro capite è stata in media del 4% annuo. Tuttavia, nonostante il progresso complessivo registrato in molti paesi, il Rapporto documenta una caduta senza precedenti negli indici di sviluppo umano in alcune delle nazioni più povere del mondo.

Il Rapporto invita i paesi ricchi a: cancellare il debito insostenibile; smantellare sussidi al commercio e dazi; aumentare il flusso degli aiuti, che dovrebbe raddoppiare a 100 miliardi di dollari Usa; creare un accesso migliore al progresso tecnologico. Il Rapporto identifica 59 paesi (30 nell’Africa Sub-Sahariana) in cui, a meno che non vengano assunte iniziative urgenti, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio non saranno raggiunti. Molte di queste nazioni affrontano dei problemi endemici legati a fattori geografici e di altro genere, spesso trascurati da precedenti strategie di sviluppo. Non è una coincidenza che 24 di questi paesi presentino un’alta incidenza di casi di Aids, 13 siano coinvolti in conflitti armati e 31 presentino debiti esteri insolitamente elevati. Sir