Toscana

BOSNIA, GIOVANNI PAOLO II INDICA IL PERCORSO DI PACE NEI BALCANI

Il cammino della pace nei Balcani passa inevitabilmente attraverso il perdono per i crimini passati e recenti, commessi anche da esponenti della Chiesa Cattolica. È il messaggio forte lanciato domenica da Giovanni Paolo II a Banja Luka, capoluogo della Republika Srpska, l’entità a maggioranza serbo-ortodossa, che con la Federazione croato-musulmana forma la Bosnia-Erzegovina uscita dagli accordi di pace di Dayton. Il Pontefice ha invocato un “perdono reciproco”, necessario per arrestare definitivamente la scia di sangue che ha bagnato quella terra. In questa prospettiva ha anche chiesto ai bosniaci d’essere in prima persona i costruttori del loro futuro. Parlando nell’omelia davanti alle migliaia di fedeli che assistevano alla santa messa di beatificazione di Ivan Merz, figura luminosa del laicato europeo, davanti al convento di Petricevac, Giovanni Paolo II ha detto che soltanto “in un clima di vera riconciliazione, la memoria di tante vittime innocenti e il loro sacrificio non saranno vani, ci incoraggeranno a costruire rapporti nuovi di fraternità e di comprensione”.

Il Papa ha poi ricordato la figura del nuovo beato, “uno dei promotori del rinnovamento liturgico nella sua patria”. In prima fila ad assistere alla solenne celebrazione liturgica di beatificazione vi erano anche i rappresentanti di altre religioni, musulmani ed ebrei in particolare. Poco prima di arrivare alla spianata di Petricevac per la messa di beatificazione, Giovanni Paolo II aveva incontrato all’aeroporto la presidenza tripartita della Bosnia-Erzegovina (i tre rappresentanti di serbi, croati e musulmani), dicendo loro di sperare che la beatificazione di Ivan Merz possa servire a ‘beatificare’ tutto il Paese. In effetti, a detta degli osservatori, un primo risultato concreto il Papa sembra averlo già ottenuto: la Bosnia Erzegovina restituirà a cattolici, ortodossi, musulmani ed ebrei i beni confiscati durante il periodo comunista della Jugoslavia di Tito.Misna