Toscana

DISABILI: I RISULTATI DI UN CENSIMENTO IN SEI CENTRI TOSCANI

1.955 persone non autosufficienti su 92.625 abitanti, 950 assistite dai servizi pubblici, 699 bisognose di più attenzione per la maggior parte anziani (659), ma anche portatori di handicap (25) e persone affette da gravi malattie (10). Sono i dati del primo censimento sulle persone non autosufficienti presentato oggi. Castelfranco di Sotto, Montopoli Valdarno, S.Croce sull’Arno, S.Maria a Monte, San Miniato e Fucecchio i centri esaminati dalla ricerca. A commissionare la ricerca la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato impegnata nel sostegno delle persone in difficoltà. L’istituto ha deciso di rivolgersi all’associazione Intesa di Pisa, specializzata in ricerche e consulenza per le organizzazioni non profit. Obiettivo dello studio quello di “fotografare” la realtà della popolazione non autosufficiente e dei servizi pubblici di assistenza domiciliare già esistenti sul territorio. I risultati della ricerca, destinati alla progettazione di interventi socio-assistenziali e sanitari a favore di anziani e persone non autosufficienti, sono stati presentati stamattina a San Miniato, nel corso del convegno dal titolo: «La Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato per i non autosufficienti – La famiglia non più sola con la sofferenza». Tra i protagonisti del convegno monsignor Alessandro Plotti, Arcivescovo di Pisa e il vicepresidente della Regione Toscana, Angelo Passaleva.

«L’anziano deve essere accolto e non solo assistito – ha detto Mons.Plotti -, la Chiesa deve educare in questo senso le famiglie, deve promuovere nelle parrocchie attività che permettano lo scambio con le generazioni più giovani, e stimolare associazionismo e volontariato in favore degli anziani». «La politica regionale per la non autosufficienza – ha detto il vicepresidente Passaleva – si muove sulle direttrici della prevenzione e dell’intervento; è importante da un lato, aiutare le persone ad invecchiare nel miglior modo possibile, dall’altro intervenire nelle situazioni di difficoltà. Di questo si devono fare carico in particolar modo gli enti locali ai quali la Regione delega questo tipo di politiche sociali». Non sono state mai realizzate indagini di questo genere su questo territorio – spiega Sabrina Lemmetti, una delle curatrici dell’indagine -. Adesso è finalmente disponibile un quadro informativo completo, frutto della combinazione di dati quantitativi e qualitativi».

L’analisi, spiegano i responsabili della Fondazione, sarà particolarmente utile in futuro per decidere le strategie di assistenza sul territorio. Spesso, chiarisce lo studio, sono troppo poche le ore di assistenza rispetto alle reali necessità delle persone non autosufficienti, soprattutto sarebbe importante supportare la figura del loro «care giver». (ANSA)