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Figli fragili: Amato (madre adottiva) ai medici, “non togliete mai la speranza ai genitori”

Nato prematuro con spina bifida, idrocefalo e piedini torti; 15 mesi e 6 chili di peso; sottoposto ogni mese a interventi chirurgici di drenaggio per prevenire infezioni al midollo spinale, Giusy lo incontra quando sta per entrare in sala operatoria per la 15ª volta e decide, d’accordo con la famiglia, di tenerlo con sé.

Un percorso in salita, ma oggi Mario, 24 anni, si è diplomato ragioniere ed è un atleta parilimpico, specialità lancio del disco.

Di fronte all’introduzione, in Olanda, dell’eutanasia anche per i bimbi da 1 a 12 anni, dopo quella per i piccolissimi 0-12 mesi e per gli over dodicenni, Giusy è un fiume in piena: “Si parla di interruzione di vita intenzionale concordata tra medici e genitori; ma quale genitore ‘concorda’ di uccidere il proprio figlio? Le stesse persone – anche medici – che 23 anni fa mi consigliavano di abbandonare Mario al suo destino dandolo per spacciato, vedendoci oggi dicono che non avrebbero mai immaginato che potesse vivere così a lungo a raggiungere i traguardi che ha conseguito. E proprio a tutti i medici che ragionano così io vorrei dire, in base alla mia esperienza: non chiudete mai le porte di fronte un bambino terminale o in condizioni gravi o gravissime. Non togliete la speranza ai genitori! Sono fragili, smarriti. Io capisco la loro disperazione: vedono il figlio soffrire e si sentono soli e impotenti… Non si devono sentire abbandonati”.

Per Giusy “non hanno bisogno di questo tipo di ‘soluzioni’ ma di essere accompagnati e sostenuti, di medici che dicano loro: siamo con voi. Proviamo a lottare insieme!”.