Mondo
«Non siamo alla fine della storia in Terra Santa, anzi…»
Padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, per descrivere come le comunità cristiane di Terra Santa si apprestano a vivere la Pasqua, ripercorre il passo evangelico di Marco, quello della tomba vuota di Cristo: «Il vero sepolcro da aprire è credere che non sia possibile cambiare nulla».
«Il vero sepolcro da aprire è credere che non sia possibile cambiare nulla». Ripercorre il passo evangelico di Marco, al capitolo 16, quello della tomba vuota di Cristo, padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, per descrivere come le comunità cristiane di Terra Santa si apprestano a vivere la Pasqua. Gli echi, nemmeno troppo lontani, delle violenze in Siria, in Iraq, delle persecuzioni delle minoranze non solo cristiane, delle sofferenze dei milioni di rifugiati, ma anche gli annosi problemi che vessano la Terra Santa, il conflitto israelo-palestinese, l’esodo dei cristiani, la mancanza di lavoro e di prospettive future, le famiglie separate dall’occupazione militare, sono questi «i sepolcri da aprire per fare entrare la luce di Cristo e ridare così speranza e vita». «Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?», dicevano le donne, mentre andavano al sepolcro per ungere il corpo di Gesù con olii aromatici. Ma «guardando videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande».
Padre Pizzaballa, chi aprirà tutti questi sepolcri di cui è piena la Terra Santa?
«C’è un detto nella letteratura rabbinica che dice: ‘Un cuore integro è spezzato’. Perché un cuore spezzato è sempre desideroso di ricostituire la propria integrità perduta, è assetato e alla ricerca di unità. Il mio augurio è che in questa Pasqua il cuore di ciascuno si lasci spezzare…».