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Card. Montenegro: migrazioni «grande sfida umana per l’Europa»

«Le migrazioni sono oggi, per l'Europa, la grande sfida umana»; per questo motivo «è opportuno incoraggiare l'adozione di politiche sovranazionali concertate, che tengano in debita considerazione il riferimento al principio della centralità della persona e la dignità di ogni vita umana». Ad affermarlo questo pomeriggio a Strasburgo è il cardinale arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, intervenuto in rappresentanza della Santa Sede al dibattito sulle migrazioni promosso dal Consiglio d'Europa nell'ambito della 28ma sessione del Congresso dei poteri locali e regionali (24-26 marzo).

Dopo aver richiamato i 230 milioni di migranti nel mondo, il card. Montenegro porta la propria testimonianza di arcivescovo di Agrigento e Lampedusa, ricorda i 20mila annegati nel Mediterraneo, la conclusione di «Mare nostrum» e i 300 morti degli ultimi mesi. Mentre la Commissione Ue ha accelerato i tempi per una strategia comune sulle migrazioni, il cardinale auspica che «ciò porti ad una gestione delle frontiere nel Mediterraneo rispettosa dei diritti umani di quanti lo attraversano». Servono «misure comuni» in materia di assistenza ai richiedenti asilo, creazione di canali umanitari, protezione di minori non accompagnati, ricongiungimento familiare, contrasto all’immigrazione irregolare e al traffico di esseri umani definito dal Papa «piaga vergognosa del nostro tempo».

«Non si può abbassare la guardia sulle nuove fragilità e sulla povertà degli immigrati», sostiene da Strasburgo il card. Montenegro chiedendo «un cambiamento legislativo», ma soprattutto «la consapevolezza che non possono esistere situazioni riconosciute di illegalità e di sfruttamento lavorativo». Soprattutto, aggiunge, «non può venir meno un piano di protezione dei più deboli». Tra questi i 18mila minori non accompagnati arrivati in Italia nel 2014 («questo in Italia – si chiede -, quanti in Europa?). Montenegro pensa inoltre «alla prostituzione, di strada e non, di 50mila donne di 60 nazionalità, con un’età media di 21 anni»; alla «crescita di disturbi psichici nel mondo adolescenziale e adulto»; all’aumento degli aborti delle donne straniere; alla «crescita dell’abbandono scolastico dei bambini stranieri»; ai cadaveri di stranieri morti tragicamente in Italia, non rimpatriati e «sepolti in fosse comuni». Per la Santa Sede, «la dignità della persona umana e la sacralità della vita richiedono una riflessione critica che coinvolga tutte le componenti delle comunità più vicine ai migranti», e «va incoraggiata la molteplicità delle responsabilità». Istituzioni internazionali, autorità nazionali e locali, società civile, associazioni e singoli individui sono chiamati «a lavorare in sinergia per evitare che la migrazione diventi l’unica scelta possibile».