Italia
Manovra: le Ong italiane, «ignora la cooperazione allo sviluppo»
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«Mai come ora lo stato della cooperazione italiana allo sviluppo può definirsi ‘comatoso’». Lo affermano in una nota congiunta le principali reti di Organizzazioni non governative italiane (Aoi-Associazione Ong italiane, Cini-Coordinamento italiano Ngo internazionali, Link2007 cooperazione in rete). «A cinque anni dall’approvazione della Legge n. 125 del 2014, che si impegnava a rilanciare la cooperazione allo sviluppo italiana con un sistema moderno, al passo con i tempi e con le tante sfide presenti e future, tanti impegni restano ancora sulla carta», osservano.
Le Ong italiane puntano il dito sugli investimenti: «Tra il 2017 e il 2018 si è passati da 5,19 miliardi a 4,15 miliardi di euro e anche dal disegno di legge di bilancio 2020-2022 non arriva nessun segnale di ripresa». Con questa prospettiva, il rapporto fra Aiuto pubblico allo sviluppo e ricchezza nazionale si terrà con ogni probabilità sotto la soglia dello 0,25%, «anni luce di distanza dall’obiettivo dello 0,70% da raggiungere entro il 2030».
Aoi, Cini e Link2007, «consapevoli della gravità di questo disimpegno istituzionale nel settore, si sono impegnate affinché il ddl Bilancio contenesse maggiori risorse e misure che rilanciassero lo stato della cooperazione allo sviluppo italiana». Invece, con il voto di fiducia dell’Aula del Senato, «si prende atto con amarezza e sconcerto di un nulla di fatto».
Le centinaia di Ong chiedono dunque al governo e alle forze politiche rappresentate in Parlamento «impegni seri per rilanciare il ruolo dell’Italia come attore solidale e di sviluppo».