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Iniziativa «Uno di noi»: Casini a Bruxelles, «elusa risposta ai cittadini»
(Sir Europa - Bruxelles) - «È evidente che una riforma si impone»: Carlo Casini è intervenuto oggi a Bruxelles a un'audizione promossa dalla commissione affari costituzionali dell'Europarlamento in vista di una revisione dell'Iniziativa dei cittadini, che è la forma di partecipazione diretta dei cittadini comunitari al processo legislativo dell'Unione, stabilita nel Trattato di Lisbona. L'Iniziativa è stata introdotta nel 2012 e il Trattato stesso dispone una «clausola di revisione» ogni tre anni.
All’incontro di oggi sono intervenuti politici europei, esperti, promotori di diverse iniziative. «Intervengo – ha subito tenuto a chiarire Casini – sia come ex presidente di questa commissione nel tempo in cui fu elaborato il regolamento 211/2011», che rende operativo il diritto di iniziativa, «sia come persona che ha seguito da vicino l’iniziativa One of us» (iniziativa pro-life Uno di noi, che aveva raccolto quasi 2 milioni di firme, poi rigettata dalla Commissione il 28 maggio scorso). «L’iniziativa chiedeva che, riconosciuta l’eguale dignità di ogni essere umano fin dal concepimento, l’Ue garantisse la sua neutralità rispetto alle decisioni degli Stati coinvolgenti la distruzione di embrioni umani (sia attraverso la sperimentazione distruttiva di embrioni sia attraverso l’aborto) e che perciò stabilisca il divieto di finanziamento europeo, diretto o indiretto, di attività implicanti la distruzione di esseri umani anche se allo stato embrionale».
«Come è noto – ha affermato l’ex eurodeputato – il 28 maggio 2014 la Commissione ha deciso di non dare seguito all’iniziativa One of us. Nella comunicazione è omessa qualsiasi osservazione in merito alla identità umana del concepito e viene sostenuta la legalità dei finanziamenti corrisposti dalla Ue a sostegno della ricerca scientifica che presuppone la distruzione di embrioni umani e del sostegno economico fornito a organizzazioni che tra gli strumenti di tutela della salute sessuale e riproduttiva propongono ed attuano anche l’aborto». Secondo Carlo Casini, in tal modo è stata «elusa la risposta ai cittadini europei, i quali non contestavano la legalità dell’attuale azione europea, ma chiedevano la modifica dei regolamenti, né è stata data agli organizzatori dell’iniziativa una possibilità di replica». La Commissione, organo esecutivo, «ha chiuso una procedura che avrebbe dovuto essere di carattere legislativo, cioè diretta a modificare l’attuale assetto normativo».
Intervenendo all’audizione, Carlo Casini ha affermato: «Lo scopo del nuovo istituto dovrebbe essere quello di avvicinare i cittadini alla Ue» rendendola a loro «accessibile», incoraggiando «la loro partecipazione alla vita democratica dell’Ue» e contribuendo «a formare una coscienza politica europea». «Ma l’effetto causato dall’esito della iniziativa One of us è stato esattamente il contrario», secondo il giurista italiano, da sempre impegnato nel Movimento per la vita. «Molti cittadini hanno constatato l’inutilità di tanta loro fatica»; «hanno avvertito come una lesione alla democrazia il fatto che un numero limitato di persone abbia potuto vanificare la richiesta di due milioni di persone senza un vero ampio dibattito e senza un voto. Il rischio è che sia stato causato un allontanamento anziché un avvicinamento dei cittadini all’Europa». E tali considerazioni «valgono non solo per l’iniziativa One of us, ma per qualsiasi altra iniziativa che abbia un analogo esito». Da qui una serie di modifiche da apportare al regolamento e allo «spirito» dell’Iniziativa dei cittadini, rendendo di fatto obbligatorio un passaggio parlamentare per quelle iniziative che, superato il giudizio di ammissibilità, raccolgano il milione di firme previsto dal Regolamento attuativo.
Per Casini, «una iniziativa che voglia davvero avvicinare i cittadini all’Europa dovrebbe avere come conclusione obbligatoria – una volta superato il preventivo giudizio di ammissibilità e il lungo percorso rigorosamente definito che garantisce la serietà e l’ampia diffusione del consenso – un dibattito parlamentare» in emiciclo, dunque non una semplice audizione, «con il coinvolgimento delle forze politiche e dei singoli parlamentari che sono espressione di tutti i popoli, di cui i partecipanti alla Iniziativa dei cittadini sono una significativa frazione». «È ben vero che l’art. 11 del Trattato di Lisbona configura l’Iniziativa dei cittadini come un ‘invito alla Commissione europea a presentare una proposta appropriata’. È altresì da considerare – ha specificato Casini – che il sistema legislativo europeo affida il potere di iniziativa legislativa pressoché esclusivamente alla Commissione. Ma è altrettanto vero che forti critiche» vengono avanzate a questo «monopolio attribuito alla Commissione e proprio l’Iniziativa dei cittadini potrebbe essere una prima modificazione migliorativa dell’attuale assetto e dell’attuale prassi». Potrebbe peraltro essere la stessa Commissione a sollecitare un dibattito e un voto parlamentare «accompagnando la proposta dei cittadini con un proprio motivato parere, che potrebbe essere anche di rigetto o di modificazione o di un contenuto alternativo».