Italia

Politica: Mattarella, «c’è bisogno di un clima non di conflittualità ma di fattiva collaborazione»

La «lunghissima campagna elettorale» per regionali, comunali, europee «ha prodotto divergenze, contrapposizioni, forti tensioni, tra le forze politiche e anche all’interno dei confini della maggioranza. Altre campagne regionali si prospettano». Per questo «va costantemente tenuto presente che le istituzioni di governo della nostra Repubblica hanno bisogno di un clima che, lungi dalla conflittualità, sia di fattiva collaborazione per poter assumere decisioni sollecite e tempestive. Al fine di assicurare il buon andamento della vita nazionale, in tutte le sue dimensioni: da quella sociale a quella economica». È il monito lanciato questa mattina al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia di consegna del Ventaglio da parte dell’Associazione stampa parlamentare.

Il Capo dello Stato ha ribadito che «il Quirinale non compie scelte politiche. Queste competono alle formazioni politiche presenti in Parlamento, necessariamente all’insegna della chiarezza, nel rispetto della Costituzione». E ha ricordato che «il presidente della Repubblica è chiamato dalla Costituzione – come è noto, come arbitro – al dovere di garantire funzionalità alla vita istituzionale nell’interesse del nostro Paese». «L’arbitro – ha sottolineato Mattarella – non può non richiamare al rispetto del senso delle istituzioni e ai conseguenti obblighi, limiti e doveri».

Per le elezioni del nuovo Parlamento europeo «si è registrata una grande partecipazione che ha superato il 50%. La più alta di questo secolo, con duecento milioni di elettori europei che hanno votato insieme per lo stesso Parlamento. Si apre, con quel voto, una nuova fase per l’Europa. Con una diffusa richiesta di cambiamento. Tra queste quella di una visione e un atteggiamento di maggiore solidarietà, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni che si sentono, e sono, sempre di più, popolo europeo». Per il Capo dello Stato, «appare sempre più evidente l’importanza capitale del non isolarsi». «Non c’è futuro al di fuori dell’Unione Europea», ha ribadito Mattarella, evidenziando come «di fronte alle grandi questioni e numerose sfide, tutte di carattere globale, in un modo sempre più condizionato da grandi soggetti, i singoli Paesi dell’Unione si dividono tra quelli che sono piccoli e quelli che non hanno ancora compreso di esser piccoli anche loro».

Nel corso della cerimonia Sergio Mattarella, ha parlato anche della Magistratura, «il cui prestigio e la cui autorevolezza – ha ribadito – sono stati lesi da quanto emerso, di recente, sul Csm». Per il Capo dello Stato, «la pienezza e l’integrità di quella autorevolezza e di quel prestigio sono essenziali per la Repubblica perché accompagnano l’indipendenza e la totale autonomia della Magistratura. Questi sono valori garantiti dalla Costituzione ma – come ho ricordato intervenendo al Csm un mese addietro – il loro presidio risiede nella coscienza dei nostri concittadini».

«La Magistratura italiana, nella sua storia e nel suo impegno, ha manifestato, e manifesta, di essere pienamente in grado di assicurare rigore, linearità e piena imparzialità delle decisioni», ha proseguito Mattarella, sottolineando come «anche su questa base va riaffermato con decisione che l’indipendenza della Magistratura rappresenta un principio basilare della nostra Costituzione e che questo comporta l’esigenza di rispetto delle sue decisioni».

«Come ogni altro bene pubblico», anche «la libertà di informazione deve essere difesa. Sono anzitutto i cittadini – ha detto Mattarella – a dover esserne protagonisti, perché è grazie ad essa che possono formarsi un’opinione consapevole e liberamente critica». «I giornalisti che, in ragione della professionalità e deontologia che caratterizza la loro funzione», ha proseguito il Capo dello Stato, «devono agire con indipendenza e con rigore per alimentare credibilità e fiducia, nell’assolvimento della missione di servire i governati e non i governanti, sempre anteponendo la verifica delle notizie all’anelito dello scoop». «Gli editori che hanno l’impegnativo compito di far quadrare i conti e sanno di scommettere su un settore vitale per la democrazia hanno titolo a ricevere concreta attenzione da parte delle istituzioni», ha aggiunto Mattarella.

Rispetto alle innovazioni tecnologiche anche in questo settore, il presidente ha rilevato come «la diffusione dell’uso dell’intelligenza artificiale anche nel mondo della comunicazione, interpella, tuttavia, in maniera intensa, su temi che vengono messi in discussione, come la libertà, la dignità delle persone, la dimensione della riservatezza». «L’egemonia di pochi colossi dell’impresa digitale assume una pervasività sin qui sconosciuta», ha osservato Mattarella, evidenziando che «gli strumenti per guidare in modo positivo l’evoluzione digitale, a servizio delle persone, consistono nell’applicazione puntuale dei principi sui quali si basa l’esperienza liberal-democratica, costruita a caro prezzo da tanti popoli». «Non esistono ‘non luoghi’», ha ammonito: «Si tratta comunque di spazi, sia pure virtuali, in cui interagiscono persone e si registrano attività umane; e anche la dimensione digitale deve rispettare principi e regole frutto delle conquiste democratiche».