Italia

Borsellino, Mattarella: «assicurare giustizia e verità». Mons. Lorefice: «custodire il significato di questo sangue»

«L’emozione suscitata dalla pubblicazione delle audizioni di Paolo Borsellino avanti alla Commissione antimafia ha coinvolto in questi giorni tanti italiani e ha richiamato, ancora una volta, il nostro Paese all’impegno nella lotta contro la mafia e ai pesanti sacrifici che questa ha comportato». Lo dichiara il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel ventisettesimo anniversario della strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta.

«La riconoscenza verso la sua figura e la sua azione non si potrà attenuare con il trascorrere del tempo e appartiene al patrimonio di civiltà dell’Italia, conservato e coltivato specialmente tra i giovani. Ed è, questo, un segno di speranza», sottolinea il capo dello Stato.

«Nel ventisettesimo anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita, insieme a lui, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina – aggiunge Mattarella -, rivolgo nei loro confronti un pensiero commosso e rinnovo la vicinanza e la solidarietà ai loro familiari, tra i quali, per il primo anno, manca Rita Borsellino che ne ha continuato in altre forme lo stesso impegno».

Il presidente conclude: «Rimane forte l’impegno per Paolo Borsellino, e per tutte le vittime di mafia, di assicurare, oltre al tributo doveroso della memoria, giustizia e verità».

«Senza dubbio il 19 luglio è una data che resterà segnata non solo nel cuore dei palermitani ma nei cuori di ogni uomo che è un ricercatore di giustizia. È una data che ci deve far fare memoria affinché possiamo sempre custodire il prezzo di questo sangue che è un prezzo molto alto. Dobbiamo custodire il significato di questo sangue». ha detto l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, in un’intervista rilasciata a Vatican News.

«Uomini come Borsellino, come Falcone, ci dicono che dobbiamo prendere tutti parte alle vicende della città umana, perché la convivenza umana sia costruita non su logiche di potere e di profitto ma sia segnata invece da una prospettiva di felicità che deve raggiungere tutti». Ricordando «il motivo per cui Paolo Borsellino si è sempre battuto», il presule lo indica nella convinzione che «se non c’è giustizia gli uomini vengono sopraffatti da altri uomini e quindi si produce sofferenza, sangue». «E Borsellino era un uomo anche ispirato dal Vangelo, questo non lo dobbiamo dimenticare, era un frequentatore dei Salmi, come noi sappiamo, e i Salmi custodiscono tutti i sentimenti umani. Ci sono anche i Salmi che gridano giustizia al cospetto di Dio». A proposito dell’audio del magistrato desegretato recentemente dalla commissione antimafia, mons. Lorefice auspica «l’urgenza, la necessità che le istituzioni, in particolare lo Stato, non abbassino mai la guardia e che ci aiutino a credere ancora nella giustizia e a sostenere gli uomini che ancora oggi su questo fronte riescono a rimanere liberi e a dire una parola di liberazione».