Italia

Inquinamento: firmato protocollo su qualità dell’aria. Programma nazionale da 400 milioni l’anno

L’istituzione di un Fondo per finanziare un Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico con una dote fino a 400 milioni di euro all’anno, sei mesi di tempo per una neo costituita Unità di coordinamento che dovrà tirar fuori misure operative concrete, un Piano d’azione di due anni e cinque ambiti di intervento. È la sintesi del protocollo «Aria pulita» sottoscritto oggi a Torino dalla Presidenza del Consiglio, sei ministeri, Regioni e Province autonome. Tutto nell’ambito del «Clean Air Dialogue», un appuntamento internazionale che raccoglie, nel capoluogo piemontese, oggi e domani attorno al tema dell’inquinamento dell’aria le istituzioni locali e nazionali insieme al commissario europeo all’Ambiente, Karmenu Vella.

Obiettivo dell’incontro è quello, spiega una nota del ministero dell’Ambiente, «di condividere e promuovere le misure più efficaci e le migliori pratiche, presentare i progressi raggiunti, promuovere le sinergie tra le politiche sulla qualità dell’aria, sul clima, sull’energia, sui trasporti, sull’agricoltura e sulla sanità pubblica».

Le misure del protocollo riguardano i tre settori maggiormente responsabili dell’inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa. In particolare per l’agricoltura sono previsti interventi «per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca e limitazioni all’abbruciamento dei residui vegetali». Per la mobilità vengono introdotti «criteri ambientali nella disciplina della circolazione in ambito extraurbano», ma anche misure per il controllo delle aree a traffico limitato, linee guida per la classificazione dei veicoli elettrici ibridi». Sul fronte del riscaldamento civile sono previste «misure di riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle stufe a biomassa e dagli impianti termici alimentati a biomassa ma anche limitazioni all’utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio». Traguardo finale, da raggiungere nel 2025: l’uscita dal carbone con un’accelerazione nell’uso delle centrali termoelettriche.

«La cattiva qualità dell’aria è un problema che colpisce tutti. Dialoghiamo quindi tutti per raggiungere una qualità dell’aria migliore. L’obiettivo non è estemporaneo, l’Italia intende assicurare ai cittadini un ambiente pulito, sano e libero da contaminazioni». Così Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, ha sintetizzato il significato della sua presenza oggi a Torino per l’avvio del «Clean Air Dialogue».

«Abbiamo riunito qui a Torino – ha osservato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa – gli Stati generali dell’aria, una due giorni senza precedenti: in modo strutturato rispetto al passato, in modo risolutivo e inclusivo, per affrontare quella che è una vera e propria emergenza. Ogni giorno muoiono prematuramente 219 persone a causa dello smog, come dice l’Oms: 80mila circa morti all’anno. Numeri che dobbiamo azzerare». Costa ha poi aggiunto: «Ci siamo assunti una responsabilità politica pubblica, amministrativa e gestionale. Vogliamo fare da battistrada anche per gli altri Paesi europei in procedura d’infrazione».

La Commissione europea – viene ricordato in una nota del ministero dell’Ambiente – «ha avviato due procedure di infrazione nei riguardi dell’Italia per la non corretta applicazione della direttiva 2008/50/CE, per i superamenti continui e di lungo periodo dei valori limite del materiale particolato PM10 e del biossido di azoto (NO2). Eventuali sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione europea potrebbero imporre oneri economici di entità molto rilevante, nonché la possibile riduzione dei Fondi strutturali per l’Italia».