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Economia: Commissione Ue, Italia fanalino di coda in Europa. In aumento deficit, debito e disoccupazione
(Bruxelles) Gli economisti Ue parlano di «tenue ripresa» futura, sempre che il quadro internazionale non volga al peggio. Manca invece un miglioramento nel campo del mercato del lavoro, con la disoccupazione ancora in crescita: lo scorso anno era al 10,6%, quest’anno raggiungerebbe il 10,9% per toccare, nel 2020, la cifra dell’11%. Non c’è alcun dato positivo fra i conti italiani. Il deficit passerebbe dal 2,1% del 2018 al 2,5% di quest’anno, per sfondare il tetto del tre per cento nel 2020 (3,5%). Infine il debito pubblico: era al 132,2% lo scorso anno, crescerebbe al 133,7% nel 2019 e addirittura si porterebbe al 135,2% nel prossimo anno. I consumi restano pressoché stabili, gli investimenti portano il segno meno. Per la Commissione «è probabile che il reddito di cittadinanza indurrà più persone a iscriversi nelle liste di disoccupazione e quindi ad essere contate come forza lavoro» senza occupazione.
«L’economia europea continuerà a crescere nel 2019 e nel 2020. La crescita rimane positiva in tutti i nostri Stati membri e continuano ad arrivare buone notizie sul fronte dell’occupazione e della crescita dei salari. Ciò indica una tenuta dell’economia europea di fronte a una situazione globale meno favorevole e a una persistente incertezza». Pierre Moscovici, commissario per gli affari economici e finanziari, nel presentare le Previsioni di primavera, parte sempre dai dati positivi. Senza peraltro negare due tipi di preoccupazione: un quadro internazionale per nulla favorevole; un eccessivo squilibrio tra i vari Paesi Ue, con alcune economie in espansione altre sostanzialmente ferme. Infatti aggiunge: «Dobbiamo tuttavia essere pronti a sostenere maggiormente l’economia, se necessario, e ad adottare ulteriori riforme per stimolare la crescita. Soprattutto dobbiamo evitare di scivolare nel protezionismo, che non farebbe altro che esacerbare le tensioni sociali ed economiche esistenti nelle nostre società».
Nell’ampio documento previsionale, si legge: «Poiché il commercio mondiale e la crescita dovrebbero rimanere più deboli quest’anno e il prossimo rispetto al ritmo sostenuto che ha caratterizzato il 2017, la crescita economica in Europa si baserà interamente sull’attività interna. Oggi il numero dei cittadini europei che hanno un lavoro è il più alto di sempre e, stando alle previsioni, l’occupazione dovrebbe continuare a crescere, anche se a un ritmo più lento. Questo, accompagnato da un aumento dei salari, un’inflazione contenuta, condizioni di finanziamento favorevoli e misure di stimolo fiscale in alcuni Stati membri, dovrebbe stimolare la domanda interna». Nel complesso, quest’anno il Pil dovrebbe crescere dell’1,4% nell’Ue e dell’1,2% nella zona euro».
«L’economia europea si sta dimostrando resiliente dinanzi a un ambiente esterno meno favorevole, caratterizzato anche da tensioni commerciali. La crescita dovrebbe proseguire in tutti gli Stati membri e accelerare l’anno prossimo, sostenuta da una forte domanda interna, da un aumento costante dell’occupazione e da costi di finanziamento modesti. Tuttavia, sulle prospettive pesano notevoli rischi». Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue responsabile per l’euro, commenta così le Previsioni economiche di primavera rese note oggi a Bruxelles. L’esecutivo segnala una fase di rallentamento del Pil, la diminuzione del numero dei disoccupati, ma anche tanta incertezza per il prossimo futuro. Oltre al fatto che persistono squilibri su scala Ue. «Sul fronte esterno vi è il rischio di un’ulteriore intensificazione dei conflitti commerciali e delle debolezze dei mercati emergenti, in particolare la Cina», aggiunge il commissario. «In Europa è importante prestare attenzione all’eventualità di un Brexit senza accordo, all’incertezza sul piano politico e a un possibile ritorno del circolo vizioso tra emittenti sovrani e banche». Comunque la Commissione prevede che nel 2019 l’economia europea «continui a crescere per il settimo anno consecutivo». «Dato il persistere di incertezze a livello globale, saranno le dinamiche interne a sostenere l’economia europea». La crescita, stando alle previsioni, «dovrebbe accelerare nuovamente l’anno prossimo».