Italia
Maltempo e dissesto idrogeologico: Mattarella, abbandono e incuria del territorio non possono farla da padroni
«Stiamo vivendo settimane di rinnovato lutto e preoccupazione. Eventi che, sin qui, abbiamo considerato straordinari – e fanno pensare di non esserlo -, hanno investito molte regioni italiane. A chi sta vivendo tempi di difficile emergenza, confermo l’impegno e la vicinanza dell’intera collettività nazionale». Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento a Valle Mosso, nel Biellese, in occasione del cinquantenario dell’alluvione del 1968. «Le tragedie lasciano tracce irreversibili nelle menti e nei luoghi», ha osservato il Capo dello Stato, aggiungendo che «abbiamo vissuto l’alternanza – quando non l’alternativa – tra l’indispensabile cura di tante ferite e interventi di prevenzione, mai comunque bastevoli e esaustivi». «Questa consapevolezza del limite – ha ammonito – non esime l’uomo dalle proprie responsabilità». Cinquanta anni fa, ha sottolineato Mattarella, «lo Stato ha saputo essere presente. Lo Stato c’è, deve esserci e saprà esserci ancora, laddove si manifestassero situazioni di precarietà e di pericolo».
«Oggi in Veneto e in Sicilia, in Friuli, in Liguria e in Trentino, ieri qui nel Biellese», ha proseguito Mattarella, rilevando che «in queste circostanze la comunità nazionale sa raccogliersi e rispondere in maniera adeguata». Il presidente ha poi riconosciuto come «un tessuto sociale eccezionale contraddistingue l’Italia; e ogni volta mostra le capacità del nostro Paese di saper reagire alle calamità naturali con una coesione che conferma che il nostro popolo sa riconoscersi in un comune destino».