Italia

Commissione Ue: per l’Italia crescita lenta, deficit in salita e debito pubblico elevato e stabile

Il deficit è dato all’1,9% quest’anno, al 2,9% nel 2019 per poi sfondare il tetto del 3% nel 2020 (3,1%). Discreti i dati sulla disoccupazione, in cale dal 10,7 di quest’anno per passare al 10,4 del 2019 e al 10,0 nel 2020. Stabile, invece, il debito pubblico al 131%.

«Le previsioni sono fondate» sui dati contenuti nella manovra finanziaria ricevuta dal governo italiano «a ottobre – ha chiarito Moscovici – e potrebbero cambiare, se dall’Italia ci manderanno un nuovo progetto di Bilancio, come abbiamo richiesto, e atteso per il 13 novembre». Nel presentare le Previsioni economiche, Moscovici si è soffermato a lungo sul caso-Italia, specificando: «L’Italia non ha avuto trattamenti particolari di favore. I dati sono elaborati dai servizi finanziari della Commissione che sono indipendenti e imparziali». Moscovici ha poi voluto «sdrammatizzare» circa gli scostamenti delle previsioni tra governo italiano e Commissione: «I giornalisti presenti da più anni a Bruxelles ricorderanno che tali scostamenti si sono avuti anche con altri precedenti governi. E riguardano anche altri Paesi».

La disoccupazione nella zona euro dovrebbe scendere, secondo le Previsioni economiche illustrate oggi dalla Commissione europea, all’8,4% quest’anno e quindi al 7,9 % nel 2019 e al 7,5 % nel 2020. Nell’Ue27 la disoccupazione è stimata al 7,4% quest’anno, per poi scendere al 7% nel 2019 e al 6,6% nel 2020. «Si tratterebbe del tasso di disoccupazione più basso mai registrato dall’inizio delle serie mensili sulla disoccupazione nel gennaio 2000». La situazione del mercato del lavoro «ha continuato a migliorare nella prima metà del 2018, con una crescita dell’occupazione stabile nonostante la flessione della crescita economica», sottolinea la Commissione. «La crescita costante e la messa in atto di riforme strutturali in alcuni Stati membri dovrebbero continuare a favorire la creazione di posti di lavoro. La disoccupazione dovrebbe continuare a scendere, ma a un ritmo più lento rispetto al passato, in quanto l’aumento dell’occupazione sarà frenato a termine da una crescente penuria di forza lavoro e dal rallentamento della crescita economica».