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Migranti: Unhcr, nel 2018 oltre 2.000 vittime nel Mediterraneo. «Senza Ong tasso dei decessi bruscamente innalzato»

«Da diversi anni il Mediterraneo rappresenta per rifugiati e migranti la rotta marittima a maggiore rischio di decessi del mondo. Nessuno dovrebbe considerare accettabile che la situazione resti tale», afferma. Ad oggi circa 100.000 richiedenti asilo e migranti hanno raggiunto le coste europee nel 2018, segnando un ritorno ai livelli precedenti al 2014. Allo stesso tempo, le oltre 2.000 morti per annegamento indicano che «il tasso dei decessi si è bruscamente innalzato», soprattutto nel Mediterraneo centrale. A settembre, 1 persona ogni 8 ha perso la vita, soprattutto a causa della ridotta capacità di ricerca e soccorso. In questo contesto, l’Unhcr continua ad esprimere «seria preoccupazione per le restrizioni legali e logistiche imposte ad alcune Ong, inclusa l’Aquarius, desiderose di condurre operazioni di ricerca e soccorso».

Se le operazioni di soccorso delle Ong nel Mediterraneo cessassero del tutto, afferma, «rischieremmo di tornare alla stessa pericolosa situazione alla quale abbiamo assistito nel 2015, quando centinaia di persone sono morte in un incidente nel Mediterraneo centrale dopo l’interruzione dell’operazione navale italiana Mare Nostrum». L’Unchr ribadisce inoltre che le persone soccorse in acque internazionali – vale a dire oltre le 12 miglia nautiche dalle acque territoriali della Libia – «non dovrebbero essere riportate in Libia, che non offre le necessarie condizioni di sicurezza».