Italia

Migranti: Riccardi (Sant’Egidio), «chiediamo a Italia ed Europa di aprire i corridoi umanitari»

«Insieme evangelici e Sant’Egidio abbiamo elaborato il modello dei corridoi umanitari. E questo modello resta una proposta che noi facciamo all’Italia e all’Europa». A chiedere ai Paesi europei di aprire più corridoi umanitari per consentire ai profughi dalla Libia, Siria e dal Corno d’Africa di raggiungere l’Europa per vie legali e sicure, è Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Questa mattina era a Fiumicino ad accogliere gli 83 profughi dal Libano giunti in Italia grazie appunto ai corridoi umanitari promossi dalla Comunità insieme alla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e alla Tavola Valdese, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Con questo gruppo di rifugiati siriani sono in totale oltre 2.100 le persone arrivate in Europa (Italia, Francia, Belgio e Andorra).

Tra gli 83 profughi giunti oggi a Roma, 28 sono minori di 14 anni e 16 i nuclei familiari. «Noi crediamo nel modello del corridoio umanitario», ha detto Riccardi parlando ai giornalisti, «perché è una accoglienza sicura per chi viene e per il Paese che accoglie e che mobilita la società civile. E’ un sistema che apre una via di integrazione attraverso il lavoro e attraverso la scuola». Riccardi ha portato l’esempio di Yasmine, una giovane mamma arrivata con la sua famiglia con il primo corridoio umanitario il 4 febbraio 2016. Quel corridoio permise alla piccola Falak, che oggi ha 10 anni, di poter curare una grave malattia ed è tuttora in cura all’Ospedale Bambino Gesù. La sua famiglia vive a Roma ed è perfettamente integrata.

«Abbiamo sentito qui parlare in uno splendido italiano la prima ragazza venuta con il primo dei corridoi umanitari. Oggi suo marito lavora e lei studia all’università», ha fatto notare Riccardi ai giornalisti. Da allora, da Beirut, 19 corridoi umanitari distribuiti su 25 voli hanno permesso l’accoglienza di 1.400 persone, cristiane e musulmane, provenienti soprattutto da Aleppo, Homs, Idlib e Damasco. «Noi chiediamo di aprire i corridoi umanitari – ha quindi incalzato Riccardi – perché uno dei problemi del traffico degli esseri umani è la chiusura del nostro Paese. Noi lo abbiamo fatto, noi continueremo a chiederlo per la Libia, per la Siria, per il Corno d’Africa». Rivolgendo poi parole di benvenuto ai profughi, Riccardi ha detto: «La guerra è diabolica ma l’accoglienza e l’ospitalità sono un segno di Dio. Con questo spirito abbiamo aperto i corridoi umanitari, quelli che voi avete percorso e oggi sono giunti 1.400 siriani dal Libano, grazie a 25 voli aerei. Con questo spirito noi vi accogliamo e raccomandiamo di avere coraggio e intelligenza. I primi passi dell’ospite non sono facile. Bisogna imparare le abitudini del padrone di casa, ma tutti vi accolgono con braccia aperte».

«Chiediamo un grande corridoio umanitario per la Libia. Chiediamo che ci siano vie legali e sicure per tutelare chi ha diritti fondamentali che vengono negati. Nei prossimi giorni a Palermo ci sarà una Conferenza sulla Libia. Questa è la proposta che noi come società civile avanziamo: uno sviluppo su scala europea del modello dei corridoi umanitari». E’ la proposta formulata oggi da Paolo Naso a nome della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), accogliendo questa mattina a Fiumicino gli 83 profughi.

«Cattolici e protestanti in questo Paese hanno dato vita ad un esperimento che non si era mai visto», ha detto Naso valorizzando il significato anche ecumenico ed interreligioso dell’iniziativa. «Ma questa festa del dialogo non ci basta», ha subito aggiunto: «Noi oggi festeggiamo anche la festa dell’umanità perché stiamo cercando di restituire vita, speranza a tutti voi. E voi siete qui oggi non perché avete ricevuto un privilegio ma perché avete un diritto. La nostra Costituzione dice che l’Italia deve proteggere le persone che sono vittime di persecuzioni o di violenza o di guerra. Lo dice la nostra legge fondamentale. E’ per questo che vi accogliamo come cittadini italiani. E’ per questo che come italiani oggi vogliamo rilanciare la nostra proposta. I corridoi umanitari sono stati sperimentai, hanno mostrato di funzionare, noi vogliamo decine di migliaia di corridoi umanitari». Naso ha quindi sottolineato come il modello dei corridoi umanitari siano anche «un modello di integrazione» che impegna in modo capillare in tutta Italia uomini e donne volontari. «Vi accompagneranno nei prossimi mesi e vi sosterranno con il contributo delle nostre Chiese e associazioni perché voi possiate riprendere in mano la vostra vita», ha detto Naso rivolgendosi ai nuovi arrivati: «Che il Signore vi accompagni».