Italia

Economia: Visco (Banca d’Italia), «il rischio sovrano ricade sulle famiglie italiane»

«Le conseguenze di un prolungato, ampio rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato possono essere gravi», ha spiegato Visco. «Il loro incremento deprime il valore dei risparmi accumulati dalle famiglie e può determinare un peggioramento delle prospettive di crescita economica».

«Dalla metà di maggio – ha spiegato Visco – i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono progressivamente aumentati; quelli sulle scadenze decennali hanno toccato il 3,7 per cento, il massimo dal 2014; il differenziale rispetto ai corrispondenti titoli tedeschi» (spread) «oscilla oggi attorno ai 300 punti base, contro una media di circa 130 registrata nei primi quattro mesi di quest’anno». «Da maggio ad agosto gli investitori esteri hanno effettuato vendite nette di titoli italiani per 82 miliardi, di cui 67 relativi a titoli pubblici. L’ammontare risulta elevato – è l’analisi preoccupata di Visco – anche quando si tiene conto del fatto che le emissioni nette del Tesoro sono state negative in giugno e in agosto (complessivamente per 17 miliardi). Al deflusso di capitali hanno contribuito gli acquisti netti di titoli esteri da parte dei residenti (pari a 18 miliardi, in gran parte nel mese di agosto)».

Questi andamenti «non riflettono un peggioramento dei fondamentali della nostra economia, anche se è in atto un rallentamento congiunturale più marcato che nel resto dell’area. La disoccupazione è diminuita. È proseguito il rafforzamento delle condizioni patrimoniali e della redditività delle banche ed è migliorata la qualità del credito. L’avanzo di parte corrente della bilancia dei pagamenti è rimasto elevato e ha determinato un’ulteriore riduzione della posizione debitoria netta sull’estero, ormai prossima al pareggio». Visco ha aggiunto: «All’ampliamento del premio per il rischio sui titoli di Stato ha contribuito l’incertezza sull’orientamento delle politiche di bilancio e strutturali e sull’evoluzione dei rapporti con le istituzioni europee. Sono riemersi i timori degli investitori nazionali ed esteri per la dinamica del debito pubblico e per il rischio di una sua ridenominazione».

«Una valutazione dell’impatto complessivo sull’economia dell’aumento del rischio sovrano è un esercizio soggetto ad ampi margini d’errore. Tuttavia – ha specificato Visco nel suo intervento – è difficile immaginare che una riduzione della ricchezza delle famiglie, maggiori difficoltà per le imprese di accedere al credito e di investire, una minore capacità di intervento del settore pubblico non abbiano conseguenze di rilievo per l’attività economica». Il debito pubblico dell’Italia «è sostenibile, ma deve essere chiara la determinazione a mantenerlo tale, ponendo il rapporto tra debito e prodotto su un sentiero credibile di riduzione duratura». Non di meno, «vanno dissipate le incertezze sulla partecipazione convinta dell’Italia all’Unione europea e alla moneta unica, incertezze che alimentano la volatilità sui mercati finanziari. Da queste condizioni dipendono la difesa del risparmio delle famiglie e la capacità di sostenere la crescita della nostra economia».