Italia
Nave Diciotti. Alagia (Mondo Migliore): «Rimarranno con noi poco tempo. Poi partiranno per le diocesi»
Un’ala separata della struttura Mondo Migliore e l’immediata attivazione del protocollo di accoglienza che viene normalmente applicato a ogni nuovo arrivo. Il Centro «Mondo Migliore» si sta attrezzando così ad accogliere 100 migranti della Nave Diciotti. Secondo «le comunicazioni ufficiali» giunte proprio in queste ore ai responsabili del Centro, arriveranno a Rocca di Papa nella tarda serata di oggi. La struttura si trova al decimo chilometro di via del Laghi ed è di proprietà dei padri Oblati che due anni fa lo hanno dato alla Prefettura di Roma per farne un Cas, Centro di accoglienza straordinaria. Qui, i 100 migranti della «Diciotti» rimarranno solo «pochi giorni», giusto il tempo di essere poi accolti dalle diocesi italiane che hanno dato disponibilità. È Domenico Alagia, direttore della cooperativa San Filippo Neri che gestisce per conto della Auxilium i servizi di accoglienza nel Centro «Mondo Migliore», a dare – raggiunto telefonicamente al Sir – le prime notizie sull’arrivo di questa sera.
Quante persone e verso che ora arriveranno?
«Dalle comunicazioni ufficiali, che abbiamo ricevuto, 100 persone. L’orario preciso non lo sappiamo. Sappiamo che sono partiti dal porto di Messina questa mattina intorno alle 10.30. Noi li aspettiamo quindi in tarda serata».
Quante sono attualmente le persone ospitate nel Centro?
«Attualmente abbiamo 300 ospiti. Il Centro è una struttura molto grande che può accogliere fino a 600 persone. Quindi siamo abbondantemente al di sotto della capacità massima di accoglienza».
Chi sono gli abitanti del Cas?
«Attualmente abbiamo richiedenti asilo ordinari di 35 nazionalità differenti. La maggior parte arriva dall’Africa Sub-sahariana ma ci sono anche richiedenti asilo della Siria».
Come state predisponendo l’accoglienza di questi nuovi 100 arrivi?
«Abbiamo destinato un’ala separata della struttura. Attiveremo per loro il protocollo che utilizziamo normalmente per tutti gli sbarchi che abbiamo ricevuto in questi due anni. Per noi non è niente di straordinario. Verrà quindi attivato il protocollo sanitario e la presa in carico dal punto di vista socio-psicologico che è molto importante per queste persone, soprattutto per quello che hanno appena passato. Subito verranno prese in carico anche dai mediatori culturali che le accompagneranno in questo periodo di poco tempo che resteranno all’interno del Centro e poi inizieremo a dare subito delle informazioni: nozioni d’italiano, riferimenti per capire dove si trovano, basi di educazione civica. Tutte le informazioni minime per far capire loro soprattutto il percorso che dovranno fare e che sarà comunque un percorso d’integrazione sul territorio italiano. Verrà quindi spiegato già da qui il percorso che faranno».
Per «poco tempo», cosa intende. Quanto prevedete che rimarranno al Centro Mondo Migliore?
«Dalle comunicazioni che abbiamo avuto resteranno pochi giorni all’interno del Centro e poi verranno accolti dalle diocesi in Italia che hanno dato disponibilità».
Chi sono questi migranti?
«Dietro ai numeri ci sono ragazzi giovani. Ognuno di loro ha vissuto storie particolari perché in questo momento affrontare il viaggio passando per la Libia significa per un ragazzo, per una donna, per un bambino, passare momenti difficili fatti di torture, di maltrattamenti e violenze. Sono ragazzi che qui vengono accolti e che veramente hanno bisogno di aiuto».
Lei ha letto oggi i giornali? Ci sono state delle critiche. Cosa vorrebbe dire ai cittadini del territorio?
«Nel Centro Mondo Migliore, in questi due anni, abbiamo accolto tante persone. Questi ulteriori 100 che tra l’altro, verranno subito trasferiti, non penso possano essere un grosso problema. A volte ci sono delle critiche che vengono fatte, ma spesso riguardano le fazioni politiche. Noi, in questi argomenti, non vogliamo entrare perché noi ci occupiamo di fare accoglienza e basta».
A fronte delle critiche c’è anche tanto associazionismo locale che passa per il Centro. È così?
«È vero. Nel corso di questi due anni si sono avvicinate tante associazioni di Rocca di Papa e dell’intero territorio dei Castelli Romani. Vengono costantemente all’interno del Centro per fare tante opere di bene, per condividere attività e laboratori con questi ragazzi: dall’insegnamento della lingua, ai laboratori di giochi per bambini. E ancora laboratori di musica e teatro. Tante attività di volontariato che il territorio ha sempre rivolto con grande attenzione al Centro».