Mondo
Terra Santa: Twal (Gerusalemme), «Mondo politico in silenzio»
«Il Santo Padre non tace mentre il mondo politico rimane in silenzio» davanti al «barbaro massacro di migliaia e migliaia di cristiani» che «stanno morendo a causa delle loro convinzioni, perché sono indifesi e perché il mondo resta indifferente alle loro sofferenze».
È quanto dichiara il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, commentando la Lettera ai cristiani in Medio Oriente di Papa Francesco, diffusa ieri. In una nota, pervenuta al Sir, il patriarca scrive che «oggi questo popolo ha avuto una nuova conferma, che non è solo e mai lo sarà, nell’affrontare le difficili situazioni quotidiane. Il Papa è con loro». La situazione è drammatica: «I gruppi terroristici – dichiara Twal – violentano e uccidono centinaia di cristiani, devastando le città prevalentemente cristiane. La comunità internazionale ormai non può più tacere. Nessuno può rimanere imparziale alla sofferenza dei cristiani». «Basta guerre! Basta persecuzioni! Basta con i signori della guerra! È necessario fermare il commercio delle armi», ribadisce il patriarca, riprendendo le parole del Papa.
«Il Natale è ormai alle porte. Anche il Salvatore è nato dentro una strage di innocenti. Sembra curioso che a distanza di duemila anni i cristiani sono ancora perseguitati», aggiunge il patriarca, che parla anche di Gaza. «È Natale anche a Gaza. A Gaza non trovi la grandezza del mondo e la potenza effimera del mercato. C’è la piccolezza custodita dal Signore. Anche in quella Striscia di Terra, nonostante tutto, Gesù nascerà. Condanniamo la guerra a Gaza. Disapproviamo tutte le guerre e deploriamo le sue drammatiche conseguenze: morte, distruzione; e allo stesso tempo, deploriamo ogni forma di violenza o di vendetta contro persone innocenti, come l’uccisione di persone che pregano in una sinagoga e gli attacchi contro le moschee». Da Twal arriva anche l’esortazione «a tutti i cristiani, a tutte le donne e gli uomini di buona volontà affinché non scompaia la preghiera ininterrotta per la situazione dolorosa di questi fratelli perseguitati. Ciascuno s’impegni nell’aiuto concreto per le loro necessità e alzi la propria voce nei confronti delle Istituzioni affinché facciano quanto è in loro potere per intervenire a porre fine a questo calvario che ormai da troppo tempo i cristiani stanno vivendo nella regione mediorientale».