Italia

Bambini maltrattati: Cesvi, maglia nera a Campania. Fattori di rischio povertà e genitori consumatori di alcol e droghe

In Italia si stima vi siano quasi 6 milioni, tra bambini e adulti, di persone maltrattate, ma si tratta di una proiezione parziale, in quanto il maltrattamento all’infanzia è un fenomeno ancora sommerso e non adeguatamente studiato su base nazionale. Il dato emerge dal primo Indice regionale del maltrattamento dell’infanzia in Italia presentato da Cesvi questa mattina a Roma presso la sala monumentale della Presidenza del Consiglio dei ministri, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi #LiberiTutti, in collaborazione con il Dipartimento delle politiche della famiglia di Palazzo Chigi. Presenti Ermenegilda Siniscalchi, capo dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio; Giovanna Messere, funzionario Ufficio Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Forti le disparità tra Nord e Sud del Paese. Ultima posizione per la Campania, preceduta da Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata e Molise, regioni che presentano le maggiori criticità e le condizioni più sfavorevoli rispetto alle probabilità dei bambini di subire maltrattamenti. Male anche Abruzzo e Lazio. Tra le regioni dove si registra, invece, il miglior livello di benessere complessivo dei più piccoli spicca l’Emilia-Romagna seguita da Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

Campania ultima in classifica (20esima) nella cura e nella prevenzione del maltrattamento dei bambini, seguita da Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata, Molise. Il rapporto del Cesvi individua nelle prime quattro di queste regioni «una difficoltà strutturale del sistema». Abruzzo e Lazio si collocano rispettivamente al 14° e 13° posto. Tra le regioni «reattive» la Sardegna (alto livello di servizi nonostante l’alta criticità del contesto). Tra quelle virtuose – contesto e offerta di servizi al di sopra della media – Emilia-Romagna, Veneto, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Toscana. «Stabili» Trentino-Alto Adige e Lombardia che, a fronte di criticità ambientali basse, rispondono con un sistema di servizi più basso della media nazionale. Emilia-Romagna, spiega ancora l’Indice, al primo posto per quanto riguarda i servizi dedicati; Friuli-Venezia Giulia per la capacità di accedere alle risorse; Trentino-Alto Adige per la capacità di acquisire conoscenza e sapere; Valle d’Aosta per la capacità di vivere una vita sicura e Liguria per la capacità di vivere una vita sana. Nei territori dove i fattori di rischio sono più critici si possono osservare servizi particolarmente deboli, mentre le politiche, osservano gli autori del rapporto, sembrano «il frutto di continui negoziati politici e sociali». Per questo, «considerata la rilevanza delle differenze territoriali – afferma Daniela Bernacchi CEO &General Manager Cesvi – è auspicabile il varo di politiche di prevenzione e cura in un confronto Stato-Regioni specificamente dedicato al maltrattamento dei bambini oltre alla creazione di un sistema informativo sul fenomeno fondato su strumenti di monitoraggio e di rilevazione puntuale dei dati».

Secondo l’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia i bambini e le bambine sono maltrattati soprattutto nell’ambiente che più di tutti dovrebbe garantire loro sicurezza e protezione. Tra il 60% e il 70% di bambini/e tra i 2 e i 14 anni di età ha infatti vissuto episodi di violenza in casa. «Il maltrattamento sui bambini – si legge nel report – è la conseguenza estrema e troppe volte drammatica di una situazione di disagio che coinvolge le figure genitoriali e il contesto familiare, ambientale e sociale nel quale i bambini crescono». L’Indice, risultato dell’aggregazione di 65 indicatori relativi ai fattori di rischio e ai servizi offerti sul territorio, indica tra i primi l’elevato livello di povertà, il basso livello di istruzione dei genitori, il loro consumo di alcol e droghe, la disoccupazione. «Nel quadro delle emergenze sociali, il maltrattamento dei bambini è il fenomeno forse peggiore, non solo per la sproporzione di forze tra il maltrattante e il maltrattato e per il tradimento della fiducia che i più piccoli ripongono negli adulti, ma anche per le conseguenze che si producono sulla salute dei maltrattati nel medio-lungo termine, sul loro equilibrio psico-fisico e, più in generale, su tutta la società», si legge ancora nell’Indice. «Gli ex bambini maltrattati – dichiara Daniela Bernacchi, CEO&General Manager Cesvi – sono gli adulti di oggi che vivono sopportando un pesante fardello di dolore che influenza il loro modo d’essere, e spesso scaricano sui figli il proprio disagio. Si viene a generare così un circuito vizioso di trasmissione intergenerazionale, che solo un intervento esterno, quale ad esempio quello dei servizi pubblici, può interrompere».

Oltre al maltrattamento vero e proprio, i bambini sono spesso vittime di trascuratezza fisica ed emotiva, i cui effetti possono manifestarsi con un ritardo nel raggiungimento delle principali tappe evolutive, con disturbi dell’apprendimento oppure con un atteggiamento di eccessiva ricerca di affetto e attenzione da estranei (e il conseguente rischio di esposizione ad altri abusi), una forte chiusura e una sfiducia verso l’altro. «Attraverso questo Indice regionale – spiega Daniela Bernacchi, CEO&General Manager Cesvi – vogliamo riportare l’attenzione su una serie di misure da adottare, tra cui la necessità di dare vita a una legge quadro nazionale sul maltrattamento dell’Infanzia creando strumenti normativi e amministrativi che facilitino la costruzione di politiche intergenerazionali di prevenzione del maltrattamento dei minori». A ciò si aggiunge l’importanza di «destinare risorse specifiche alla prevenzione e alla cura di questo fenomeno e di migliorare l’efficacia e l’efficienza della distribuzione delle risorse già esistenti».

E’ intanto partita il 1° giugno la campagna #LiberiTutti cui si può contribuire fino al 10 giugno con 2 euro per ogni Sms inviato da cellulare o con 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa al 45535. Obiettivo sostenere la rete IoConto di Cesvi attiva con un programma di prevenzione e cura nelle città di Bergamo e provincia, Napoli (VII municipalità) e nell’Unione dei Comuni della Bassa Sabina con un coordinamento tra Roma e Rieti.