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Siria: Riccardi (Sant’Egidio), conferenza su cristiani in Medio Oriente. Appello per Aleppo

Una conferenza internazionale, a Cipro il 5 e 6 marzo 2015, incentrata sul futuro dei cristiani in Medio Oriente: è l'iniziativa annunciata oggi a Roma da Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, durante una conferenza stampa nella quale ha rilanciato l'appello alla salvezza della città siriana di Aleppo.

«La conferenza – ha detto Riccardi – è per rilanciare un tema: qual è il progetto sui cristiani in medio Oriente? Come possono vivere? Non basta dire restino! Bisogna sapere quali sono le aree, le modalità e le garanzie per restare. Senza queste i cristiani se ne andranno». A Cipro saranno presenti tre attori principali: «i leader cristiani, quelli musulmani interessati alla presenza dei cristiani e gli uomini di governo e della comunità internazionale che devono intervenire. Per ora – ha aggiunto il fondatore della Sant’Egidio – abbiamo l’interesse di almeno due Governi importanti». L’intento dell’iniziativa, ha sottolineato Riccardi, è quello di «difendere le minoranze religiose» che sono «garanzia del pluralismo». «Se si perdono i cristiani si perdono sicurezza e democrazia anche per i musulmani».

Parlando della campagna a favore di Aleppo (#savealeppo), lanciata già lo scorso giugno, Riccardi ha auspicato l’intervento dei caschi blu dell’Onu «a difesa della città che è in agonia. Si tratta di salvare un ambiente pluralistico e non di recintare i cristiani». «Non vogliamo che Aleppo diventi una nuova Mosul. Ci vuole un’azione politica coordinata e predisporre corridoi umanitari e rifornimenti per i civili. Se piangeremo Aleppo è perché avremo perso tempo» ha detto Riccardi che ha giudicato positivamente l’azione del rappresentante Onu Staffan de Mistura per arrivare ad «raffreddamento della situazione».

«Gli attori in Siria sono tanti – ha spiegato Riccardi – uno è Assad, gli altri sono lo Stato Islamico, Al Nusra e gruppi minori, il Free Syrian Army. Dobbiamo congelare la situazione ed evitare che degeneri ulteriormente. Non è in discussione la sovranità della Siria. Si deve trattare a oltranza la fine dei combattimenti chiedendo ai Governi coinvolti, dalla Turchia alla Russia, un soprassalto di responsabilità. Il timore è che Aleppo sia abbandonata al suo destino e finisca come Mosul. Per questo bisogna fare presto. Aleppo è in agonia, facciamola diventare una città aperta».