Italia

Ambiente: Legambiente, nel 2016 circa 17 mila abusi edilizi in Italia

I numeri di Legambiente, si legge in una nota, sono eloquenti: “tra novembre 2015 e maggio 2016 le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 50 chilometri quadrati di territori ovvero, in media, poco meno di 30 ettari al giorno. In termini assoluti, il consumo di suolo ha intaccato ormai 23.039 chilometri quadrati del nostro territorio. Le aree più colpite risultano essere le pianure del Settentrione, dell’asse toscano tra Firenze e Pisa, del Lazio, della Campania e del Salento, le principali aree metropolitane, delle fasce costiere, in particolare di quelle adriatica, ligure, campana e siciliana. Nel 2016, in 15 regioni viene superato il 5% di consumo di suolo con il valore percentuale più elevato in Lombardia e in Veneto (oltre il 12%) e in Campania (oltre il 10%). Suolo libero occupato dal cemento illegale: nel 2016 gli abusi- denuncia Legambiente- sono stati circa 17 mila”. 

Legambiente spiega poi che “non si parla di abusi di necessità, un fenomeno terminato alla metà degli anni Novanta, ma di soggetti organizzati che hanno tirato interi quartieri, in aree dove controllano tutto e così negli anni abbiamo consumato il 66% delle coste calabresi, oltre il 50% di quelle campane e siciliane. E se il cemento illegale avanza velocemente le demolizioni di immobile abusivi procedono con lentezza: in Italia, dal 2001 al 2011, solo il 10,6% degli immobili è effettivamente andato giù. Una percentuale che precipita al 4% nella provincia di Napoli e rasenta lo zero a Reggio Calabria e Palermo”. Così Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente: “La tutela del territorio è incompatibile con qualsiasi forma di condono edilizio. In un paese civile e democratico l’illegalità si combatte e non può essere autorizzata o giustificata con l’assenza o colpa della politica. E chi oggi continua a spingere sul tasto degli abusi di necessità vuole arrivare ad un nuovo condono edilizio. Eppure nel nostro Paese si continua a cementificare disordinatamente il suolo libero: l’abusivismo edilizio in particolare nel Sud, la crescita a macchia d’olio delle città, l’integrale urbanizzazione di lunghi tratti delle coste hanno segnato lo sviluppo territoriale dell’Italia. La risposta deve essere netta e chiara e passa attraverso l’esigenza di un cambiamento del ciclo edilizio che sposti l’attenzione sulla rigenerazione dei tessuti urbani, sulla riqualificazione energetica e anti sismica del patrimonio edilizio esistente. La vera sfida- conclude Zanchini- è oggi nella rigenerazione delle periferie, per portare qualità e sicurezza, per dare davvero risposta alla domanda di casa”.

In occasione di Festambiente sono state premiati cinque Comuni che hanno scelto di puntare su stop a consumo di suolo e abusivismo. “Esempio di un’Italia che ha scelto di cambiare strada: riconoscimenti al Comune di Lauriano in provincia di Torino per aver trasformato un terreno edificabile in area agricola, attraverso una variante al Piano regolatore. Una scelta politica- spiega Legambiente- che l’ha costretta ad affrontare un processo penale con l’accusa di abuso d’ufficio; all’Amministrazione di Borgarello in provincia di Pavia per aver bloccato la costruzione di un megamarket. A giugno 2017 il Tar di Pavia ha anche respinto la richiesta danni milionaria (19 milioni di euro) avanzata dalla società Progetto commerciale; al Comune di Carini in Sicilia per la lotta all’abusivismo edilizio che ha portato a demolire villette realizzate abusivamente nel lungomare Cristoforo Colombo, e infine riconoscimenti al Comune di Rescaldina, nel milanese, per aver salvaguardato 300.000 metri quadrati di suolo agricolo da un nuovo centro commerciale/ Auchan e al Comune di Terricciola nel pisano per aver bloccato un tentativo di speculazione immobiliare di Villa San Marco”.