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Iraq: l’incontro di mons. Galantino e mons. Warduni sul canale youtube del Sir

Un invito a vedere e poi testimoniare quello che sta accadendo in Iraq: viene dal vescovo Shlemon Warduni, presidente di Caritas Iraq, nell’incontro con monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, e la piccola delegazione di Caritas Italiana che lo ha accompagnato nella missione in Iraq conclusasi il 16 ottobre (clicca qui).

Il presule iracheno invita l’Europa e l’America a lavorare insieme e prendere sul serio la situazione, mentre le bombe non costituiscono una soluzione. Infatti, “malgrado i bombardamenti” i terroristi “avanzano”. Si vive quindi in un clima di “grande paura” in Iraq. Mons. Warduni ha anche annunciato di voler proporre al patriarca di “fare una settimana di preghiera e digiuno, come quelli di Ninive”. Nei villaggi, dove un tempo c’erano cristiani “ora non ce ne sono più – ha denunciato il vescovo – e gli altri saccheggiano tutto”. “Aiuti materiali sono ben accettati e necessari – ha aggiunto -, ma non sono il problema di fondo, perché noi vogliamo risolvere il problema che quando andiamo ai villaggi siamo sicuri. Abbiamo chiesto forze internazionali e caschi blu, ma di questo non si parla”. Così pure l’appello “a non vendere le armi non è stato ascoltato” perché ci sono troppi interessi.

“La nostra venuta qui – ha ricordato mons. Galantino – è in continuità con lo stanziamento di un milione di euro da parte della presidenza della Cei” a sostegno delle comunità cristiane in Iraq, “già messo a disposizione del nunzio, ma ci è parso insufficiente mandare soldi e abbiamo voluto manifestare la nostra vicinanza concreta” per “renderci conto delle necessità che ci sono”. Per il segretario generale della Cei, anche grazie a una serie di incontri con alcuni vescovi e visite ai campi, si sono chiarite meglio le urgenze: innanzitutto, è stato accettato “il progetto di aprire un’università cattolica a Erbil a servizio di tutto il territorio”.

La Cei attraverso il Servizio per gli interventi caritativi “ha stanziato 1 milione e 600mila euro”, ma c’è anche “un intervento sulla situazione dei profughi. Per questo attraverso il nostro sito abbiamo lanciato una sorta di gemellaggio tra le famiglie italiane e le famiglie dei profughi. Pubblicheremo subito quello di cui c’è bisogno per sostenere una famiglia in un mese o in un anno”. Mons. Galantino ha anche annunciato che si vorrebbe realizzare un altro progetto: “Contribuire all’acquisto di container perché avvicinandosi l’inverno i profughi non possono stare sotto le tende. Questo è l’inizio del nostro impegno. Poi la Caritas irachena ci aiuterà a identificare meglio i luoghi dove intervenire”.