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Cardinale Parolin all’Onu: contro terrorismo «azione multilaterale»

Le nuove forme del terrorismo «transnazionale» richiedono «una rinnovata azione delle Nazioni unite» per «promuovere e preservare la pace». «È lecito e urgente fermare l‘aggressione attraverso un'azione multilaterale e un uso proporzionato della forza». Lo ha detto ieri il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, nel suo intervento alla 69esima sessione della Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

Dopo avere richiamato la lettera di Papa Francesco al segretario generale Onu sulla situazione del nord Iraq, lo scorso 9 agosto, il card. Parolin ha spiegato: «La Santa Sede auspica vivamente che la comunità internazionale si assuma la responsabilità di considerare i mezzi migliori per fermare ogni aggressione ed evitare il perpetrarsi di nuove e ancor più gravi ingiustizie». «È deludente – ha aggiunto -, che finora la comunità internazionale sia stata caratterizzata da voci contraddittorie e addirittura da silenzio sui conflitti in Siria, in Medio Oriente e in Ucraina». Per il segretario di Stato «è fondamentale che vi sia unità d‘azione per il bene comune, evitando il fuoco incrociato di veti».

Nel suo intervento ieri all’Assemblea generale Onu, il cardinale Parolin ha inoltre sottolineato la «responsabilità di proteggere i più deboli», che non significa specificamente il «ricorso alle armi», ma afferma piuttosto «la responsabilità di tutta la comunità internazionale, in spirito di solidarietà, di affrontare crimini odiosi quali il genocidio, la pulizia etnica e le persecuzioni a sfondo religioso». «Qui con voi oggi – ha proseguito -, non posso non menzionare i molti cristiani e le minoranze etniche, che negli ultimi mesi hanno subito atroci persecuzioni e sofferenze in Iraq e Siria. Il loro sangue richiede a tutti noi un impegno costante a rispettare e promuovere la dignità di ogni singola persona, come voluta e creata da Dio». Ciò che occorre «è un approccio politico lungimirante, che non imponga rigidamente modelli politici che a priori sottovalutano la sensibilità dei singoli popoli». Tale volontà, se concretamente espressa in nuove formulazioni giuridiche, «certamente porterà nuova vitalità alle Nazioni unite», la conclusione del porporeato, e contribuirà «anche a risolvere gravi conflitti, attivi o dormienti, che colpiscono ancora alcune aree di Europa, Africa e Asia».