Italia

Anziani: Auser, il 21,4% degli italiani è over 65. Cresce domanda di assistenza, diminuiscono risorse e servizi

L’Italia è il Paese più vecchio d’Europa: il 21,4% della popolazione ha più di 65 anni, rispetto a una media Ue del 18,5%, e il 6,4% ne ha più di 80 (contro il dato europeo del 5,1%). Nel 2050 l’Istat prevede che gli anziani in Italia saranno 21.775.809, il 34,3% della popolazione. Cresce insomma la domanda di assistenza domiciliare e residenziale, soprattutto di lunga durata, ma è di segno negativo l’offerta di servizi. Lo afferma l’Auser nella ricerca «Domiciliarità e residenzialità per l’invecchiamento attivo» presentata questa mattina a Roma, alla Camera dei deputati dove è all’esame in commissione Affari sociali una proposta di legge sull’invecchiamento attivo, dal curatore Claudio Falasca. Diminuiscono gli anziani non autosufficienti presi in carico: gli utenti ospiti di strutture residenziali fra il 2009 e il 2013 sono diminuiti del 9,1%; quelli che hanno l’indennità di accompagnamento sono scesi dal 12,6% del 2011 al 12,0 del 2013. La spesa per servizi sociali per anziani di regioni e comuni dal 2009 al 2013 è diminuita del 7,9%. Il Fondo nazionale per le politiche sociali, si legge ancora nell’indagine, «è stato fortemente ridimensionato dalle leggi finanziarie»: la sua dotazione nel 2016 «è del 78% in meno di quella che aveva nel 2009».

Positivo invece che il Fondo nazionale per le non autosufficienze (principale risorsa per enti locali a cui attingere per finanziare interventi sociali e socio-sanitari nella comunità, compresi i servizi di assistenza domiciliare, assegni di cura, servizi di prossimità e teleassistenza), dopo aver subito tagli pesantissimi nel biennio 2011-2012 «sia tornato ad avere una dotazione di 400 milioni di euro».

All’assistenza domiciliare ricorrono 2,5 milioni di anziani. Tra il 2009 e il 2013, si legge nell’indagine, nel Nord ovest l’offerta di assistenza domiciliare integrata (Adi) aumenta passando dal 38,5 al 43,4% dei comuni; nel Nord est c’è viceversa una contrazione netta nel numero dei comuni (dal 73,8% al 54,8%) che interessa anche il Centro (dal 51,7% al 43,3%). Nel Meridione e nelle Isole i comuni invece aumentano (rispettivamente dal 32,4 al 37,4%, e dal 7,8 al 10,3%). Complessivamente, per l’indice di copertura territoriale del servizio si riscontra a livello nazionale una diminuzione nel quinquennio dal 50,2 al 47,2. I comuni che invece offrono il servizio di assistenza domiciliare (Sad) agli anziani, secondo l’Auser diminuiscono a livello nazionale dall’86,3 all’85,7%, ma aumentano al Centro e nelle Isole. Invariata allo 0,5% la percentuale dei comuni che offrono il servizio di assistenza domiciliare per mezzo di voucher, assegni di cura e buoni socio sanitari.

Per quanto riguarda l’indennità di accompagnamento, secondo l’Istat nel 2013 ne hanno beneficiato 1.511.974 anziani; il 12,6% del totale e circa il 58,7% di quelli che soffrono di una forma di limitazione funzionale. Oltre 375mila le badanti nel 2015, secondo l’Osservatorio Inps sul lavoro domestico, il 51% al Nord, provenienti soprattutto dall’Europa dell’est – ma crescono le italiane – e con uno stipendio medio di 920 euro. Circa 10 milioni di anziani vivono in case di proprietà, la maggior parte – stando alla ricerca – vecchie e prive di riscaldamento, nel 76% dei casi anche di ascensore.

Al 31 dicembre 2013 risultano attivi nel nostro Paese 12.261 presidi residenziali per anziani pubblici o privati, per il 75,3% distribuiti nel Centro nord, soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Nel Sud e nelle Isole sono rispettivamente solo il 13,4% e l’11,5%. In totale gli anziani accolti sono 278mila, due terzi dei quali over 80 e il 70% non autosufficienti. Secondo la ricerca dell’Auser, dal 2009 al 2013 i posti letto per gli anziani si sono ridotti del 23,6%. Il 36% delle strutture è di enti non profit; il 25% di enti pubblici; circa il 22% di enti privati mentre il 15% fa riferimento a enti religiosi. Secondo l’indagine, le liste d’attesa possono arrivare anche a 180 giorni. La tariffa media giornaliera, ma i dati sono aggiornati al 2011, si aggira sui 106,31 euro, ovviamente con ampio range di variabilità fra gli 80 e i 143 euro per i casi a maggiore intensità assistenziale. L’88% delle Rsa, informa l’Auser, è dotato di Carta dei servizi e il 70% di esse dispone di un regolamento interno. Dai 6.187 controlli effettuati tra il 2014 e il 2016 dai Nas, 1.877 strutture sono risultate non in conformità; sono 1.622 le persone segnalate all’Autorità amministrativa; 68 gli arresti e 1.397 persone segnalate all’Autorità giudiziaria. Sottoposte a sequestro/chiusura 176 strutture.

Rendere la città amiche degli anziani, adeguare il patrimonio immobiliare, garantire risorse adeguate e stabili nel tempo. Sono alcune delle proposte avanzate dall’Auser per rispondere al meglio alla sfida dell’invecchiamento della popolazione.

Per Claudio Falasca, curatore dell’indagine, è necessario «estendere e rendere efficaci i servizi di assistenza domiciliare integrata, istituire una banca nazionale ed europea delle migliori pratiche, introdurre un sistema di indicatori omogeneo a livello nazionale per valutare la progressione nel miglioramento delle prestazioni dei servizi», oltre a «istituire il Fondo unico per la non autosufficienza finanziato con risorse aggiuntive rispetto a quelle pubbliche». E ancora: servono misure di detrazioni dal reddito per agevolare le famiglie nella regolarizzazione delle badanti, mentre l’istituzione di un «registro degli assistenti familiari» faciliterebbe la ricerca di assistenti qualificate, ne sosterrebbe la formazione e l’inserimento lavorativo. L’Auser chiede inoltre di ampliare e migliorare l’offerta residenziale per diminuire il divario Nord-Sud e allineare l’Italia alla media dei paesi Ocse.

«Bisogna puntare sulla qualità, magari investendo sulla certificazione da parte di un ente terzo». Sul fronte della repressione dei comportamenti illeciti è «importante», sottolinea Falasca, che la Camera abbia approvato il ddl «Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture sociosanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo», ma «è auspicabile che quanto prevede il provvedimento diventi rapidamente operativo».