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Migranti: naufragio Mediterraneo, 2 bimbe siriane tra le vittime
Il gruppo era composto da 8 famiglie siriane che viaggiavano insieme nel Mar Mediterraneo alla ricerca di pace e stabilità. L’equipaggio della Phoenix – una missione congiunta MOAS-Croce Rossa Italiana – che era sulla rotta per un altro salvataggio, si è imbattuto nei corpi dei deceduti in mare, recuperando successivamente i corpi di due donne, un uomo, e una neonata, mentre un peschereccio ha recuperato il corpo della bambina di cinque anni e lo ha consegnato all’equipaggio MOAS-CRI. La ricerca dell’ultimo corpo è andata avanti per tutta la giornata, purtroppo senza alcun risultato.
Questo incidente, avvenuto a circa un anno dal tragico anniversario della morte di Aylan Kurdi (il bambino siriano morto sulla spiaggia turca), ci ricorda che sono centinaia i bambini che continuano a morire alle porte dell’Europa. «È molto triste e frustrante essere testimoni della tragica perdita di vite umane in mare, in particolare quella di un bambino così piccolo. È tempo che la comunità internazionale faccia i conti con questa realtà e trovi subito vie sicure e legali per coloro che sono più vulnerabili affinché possano avvalersi dei diritti e delle tutele cui hanno diritto», ha detto la cofondatrice del MOAS Regina Catrambone. Dall’inizio del conflitto armato in Siria nel 2011, è stimato che 50mila bambini hanno perso la vita. Secondo l’UNHCR, tra gennaio e giugno 2016, i bambini hanno rappresentato il 27% di tutti gli arrivi in Europa.
«Come operatori umanitari, stiamo continuando il nostro lavoro salvando le vite in mare, ma questo non è sufficiente. Dobbiamo mettere pressione sui nostri Governi perché agiscano rapidamente. Non c’è più tempo da perdere. Le persone stanno continuando a morire durante le traversate nel Mediterraneo e questo significa che le condoglianze ufficiali e le lacrime dei governi dopo ogni tragedia sono solamente ipocrite, false e inutili. La Comunità internazionale non ha aggredito le cause che portano ai flussi migratori, come le guerre e la fame. C’è un bisogno immediato di accesso umanitario in ogni parte del viaggio e di vie sicure e legali di arrivo per evitare altre tragedie», ha dichiarato il presidente nazionale di Croce Rossa Italiana e vicepresidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca.
In un altro incidente in mare, la pronta azione del team a bordo dell’altra imbarcazione MOAS Responder ha evitato che un’altra tragedia potesse accadere, tirando fuori da un gommone sgonfio e semiaffondato 146 persone di cui 40 erano già completamente in acqua. In totale la missione congiunta di Migrant Offshore Aid Station (MOAS) e della Croce Rossa Italiana (CRI) – ha tratto in salvo e assistito solo ieri oltre 400 persone che viaggiavano su diverse imbarcazioni. I 21 sopravvissuti e i cinque deceduti sono stati trasferiti sulla nave MOAS Responder che sta navigano verso Trapani dove arriverà domani mattina, alle ore 10, con un totale di 304 persone a bordo. La Phoenix invece arriverà a Catania domani alle 11 per sbarcare 234 persone.