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Associazione famiglie numerose: «perché non replicare in Toscana l’esempio di Alghero?»

Alghero è la città più turistica della Sardegna. 44mila abitanti per 300 giorni l’anno, almeno centomila nel periodo estivo. Il mare, il clima, la lingua catalana – tramandata da un passato in cui i catalani-aragonesi ebbero la meglio sui genovesi – i siti archeologici, le fortificazioni, una fitta rete di palazzi storici e di chiese, le mille occasioni di incontro offerte fanno di questo centro una mèta per molti italiani del continente e stranieri. Eppure passeggiando per le viuzze del centro, ti accorgi presto di una nota stonata in una melodia che ai tuoi orecchi risultava piacevole: pochi bambini sardi e, soprattutto, pochi passeggini.

Un motivo c’è: Alghero è la città con uno dei più bassi tassi di fertilità in Italia. Qui ogni donna in età fertile mette al mondo, in media, meno di un figlio – 0.8 per l’esattezza. Troppo poco per il ricambio generazionale che i demografi individuano in 2.1 figli per ogni coppia fertile. E se i figli non nascono, l’età media della popolazione si alza sempre di più, i nidi e le scuole si svuotano, le spese sociali crescono a dismisura, il sistema del welfare va in tilt.

È partendo da questa consapevolezza che l’amministrazione comunale di Alghero ha deciso di «investire» sul benessere familiare. Nelle pieghe del bilancio ha individuato un piccolo plafond – 20mila euro l’anno per tre anni – con cui avviare l’attività dell’ufficio per le politiche familiari, affidandone la gestione all’Associazione nazionale famiglie numerose.

Il 21 luglio, nella sede del municipio, il primo cittadino Mario Bruno ed i presidenti nazionali Anfn Giuseppe e Raffaella Butturini hanno firmato un protocollo d’intesa per l’avvio delle attività dell’ufficio. Testimonial della firma Luciano Malfer, direttore dell’Agenzia per la famiglia della provincia autonoma di Trento. Sarà la stessa provincia autonoma, dopo un periodo di attento monitoraggio, a stabilire se Alghero meriterà il marchio di «comune amico della famiglia». Se così sarà, Alghero sarà il primo comune italiano fuori dal Trentino a potersi fregiare di questo riconoscimento.

Durante l’incontro hanno portato la loro testimonianza Mauro e Filomena Ledda, referenti del progetto, Marisa Castellini, assessore ai servizi sociali del comune, Sergio Melis, presidente della consulta del volontariato di Alghero, Rosa Accardo (pianificazione strategica, Plus) ed alcuni rappresentanti di realtà family friendly, Maria Antonietta Frau del museo diocesano e Luciano Marengo del parco giochi Matherland.

Da assistita a protagonista, la famiglia – seguendo il modello-Trento che Anfn si è impegnata a diffondere in tutta Italia – potrà divenire generatrice di interessi.

Per una città a misura di famigliaUna biblioteca dotata di fasciatoio e scalda biberon potrà essere frequentata con più libertà da neomamme. Un parco giochi che sceglie di offrire una giornata gratuita alle famiglie numerose all’anno, attirerà tante famiglie xxl da tutta Italia, che ad Alghero soggiorneranno e consumeranno. Un centro commerciale, una piscina, una società sportiva con il marchio amico della famiglia, se pubblicizzati su un portale, saranno probabilmente cercati e frequentati da più persone. Piccole buone pratiche, che potranno accompagnarsi a scelte più strutturali su cui, ad esempio, attirare fondi europei.

Ogni aspetto che regola la convivenza degli abitanti di Alghero potrà trovare, con gli adeguati suggerimenti, una piega più a misura di famiglia.

A Trento il forum delle associazioni familiari è coinvolto in quasi tutte le decisioni politiche adottate dal consiglio provinciale: a questo il compito di valutare l’impatto che la singola delibera ha sui nuclei familiari: un obiettivo alto che vuol porsi anche il comune di Alghero. La sfida è appena iniziata.

Luca Gualdani, segretario nazionale Anfn e coordinatore toscano: «Interessati a replicare anche in Toscana il protocollo d’intesa firmato ad Alghero»