Italia
Carta stampata, lettori europei in fuga
Un tempo ormai lontano si diceva che il giornalismo era il «mestiere più bello del mondo», perché i pochi che facevano questo lavoro, soprattutto nei grandi quotidiani, viaggiavano, visitavano regioni e paesi lontani, incontravano e intervistavano personalità di primo piano. E oggi? Tutto è cambiato: a fronte di una platea di giornalisti professionisti che da anni temono per il proprio posto di lavoro (circa 2mila lo hanno perso o sono «in solidarietà«), i giovani laureati in scienze dell’informazione (alcune migliaia l’anno) bussano alle porte delle redazioni, chiedono sommessamente di poter scrivere una «breve». Qualcuno ce la fa e lo ottiene, ma la maggioranza rimane fuori. Perché il giornalismo è in crisi. Limitiamo in questa sede lo sguardo ai quotidiani, anche se il discorso vale in maniera diversa anche per il resto della carta stampata, come per tv, radio e siti internet di informazione. Ebbene, rispetto al 2009, le copie diffuse in Italia ogni giorno sono scese da 5,2 a 4 milioni. Cinque anni fa c’erano 11 testate gratuite con 65 edizioni locali per 4 milioni di copie e oggi ne rimangono solo due con mezzo milione di copie. Ma cosa succede? Perché la gente si allontana dalla carta stampata?