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Convegno Fisc a L’Aquila: mons. Forte, «cinque compiti» per il bene comune

In primo luogo «l’impegno per l’etica pubblica deve essere indissociabile dall’impegno morale individuale. Va rifiutata la logica della maschera, che coniuga vizi privati e pubbliche virtù. Il politico andrà misurato sulla sobrietà del suo stile di vita, sulla sua coerenza». Poi, «nel rapporto con i cittadini il politico dovrà essere vicino alla gente, ascoltarne i problemi non solo nelle settimane della campagna elettorale». In terzo luogo «la dialettica politica andrà subordinata alla ricerca delle convergenze possibili. Il bene comune, se veramente preferito a quello proprio o della parte politica, porta a superare la conflittualità e gli interessi utilitaristici dell’una o dell’altra parte». Ancora, «occorre puntare al fine con perseveranza o rigore senza cedere a compromessi o ritardi ingiustificati, senza ricorrere a mezzi iniqui». Infine, l’amministratore dovrà «considerare come scopo del suo servizio il bene anche degli avversari, che non andranno mai ritenuti nemici o concorrenti, ma garanzia di confronto critico per il discernimento».