Italia

Opere pubbliche: Svimez, in italia 4,5 anni tempo medio di realizzazione

Sono alcuni dei dati che emergono dallo studio Dps-Uver «I tempi di attuazione e di spesa degli interventi infrastrutturali delle politiche di coesione», pubblicato sulla «Rivista economica del Mezzogiorno», trimestrale della Svimez edito da Il Mulino e diretto da Riccardo Padovani. Condotto sulla base di elaborazioni su dati del ministero dell’Economia e del Dps-Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, lo studio analizza l’andamento dei tempi di attuazione e di spesa di circa 35mila opere pubbliche finanziate con misure della politica di coesione nazionale ed europea nel periodo 1999-2013 per un valore complessivo superiore ai 100 miliardi di euro. Di questi, circa il 70% si concentra nelle Regioni meridionali, tra cui spiccano la Calabria (17,6%), la Puglia (12%), la Campania (11,6%), la Sicilia (oltre 10%). Tra i settori oggetto d’indagine, ambiente, che pesa circa il 15% del numero totale degli interventi; ciclo dell’acqua (15%), trasporti (3,3%), cultura e servizi ricreativi (12%), edilizia (28%), viabilità (13%).

Lo studio individua cinque fasi di vita dell’opera pubblica: progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, affidamento ed esecuzione dei lavori. Emerge così che nelle fasi di progettazione e affidamento dei lavori, in media i tempi «di attesa» dovuti a blocchi amministrativi pesano per il 61% sulla durata complessiva dell’opera, con forbici comprese tra il 51% del Centro e il 65% del Sud. Nel settore dei trasporti, si legge nella ricerca, il Sud impiega in media 7,2 anni contro i 5,6 del Nord, ma recupera nell’edilizia, impiegando un anno in meno del Nord. A livello nazionale pesano però fortemente sull’iter delle opere i tempi morti dovuti a blocchi amministrativi: in media occupano il 61% della durata complessiva dell’opera, arrivando nella progettazione preliminare addirittura al 75%. Per quanto riguarda l’analisi dei flussi di spesa, alla chiusura dei cantieri resta ancora da spendere in media il 28% del costo totale dell’opera (per attività amministrative successive alla fine dei lavori); al Nord circa il 22%, al Sud oltre il 32%. Tra i punti critici, le difficoltà degli enti pubblici di stimare le tempistica di spesa; le previsioni spesso ottimistiche e poi non rispettate; i complessi iter autorizzativi; l’incertezza riscontrata nei circuiti finanziari per effetto della debolezza del progetto e/o dei vincoli del Patto di stabilità.