Italia
Povertà: Libera, «100 giorni per un reddito di dignità»
«È necessario rimettere lotta alle povertà e welfare al centro dell’agenda politica per costruire una risposta a problemi che riguardano la dignità e la libertà delle persone, di fronte alle diseguaglianze che aumentano, a una povertà fuori controllo, con milioni di cittadini coinvolti, una crisi economica che vede il rafforzamento dell’economia criminale e del potere delle mafie. Essendo già alcuni disegni di legge in discussione al Senato, chiediamo che in 100 giorni venga calendarizzata, discussa e approvata in aula l’istituzione del Reddito minimo o di cittadinanza».
Libera promuove la campagna «100 giorni per un reddito di dignità», contro la povertà e le mafie per chiedere al Parlamento di prendere una decisione importante, una misura prevista già da tutti i Paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. È dal 16 ottobre 2010 che il Parlamento europeo ci chiede di varare una legge che introduca un «reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva». Sono passati cinque anni e nulla è successo. Una grande mobilitazione, una firma www.campagnareddito.eu per chiedere al Parlamento di fare presto: entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula al Senato per essere discussa e approvata.
«Il Reddito minimo o di cittadinanza – si legge nell’appello della campagna di Libera – è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per coloro che non possono lavorare o accedere a un lavoro in grado di garantire un reddito dignitoso o non possono accedere ai sistemi di sicurezza sociale (ammortizzatori socio-economici) perché li hanno esauriti (esodati, mobilità) o non ne hanno titolo o vi accedono in misura tale da non superare la soglia di rischio di povertà». Il reddito minimo o di cittadinanza, inoltre, «garantisce uno standard minimo di vita per gli individui e per i nuclei familiare di cui fanno parte che non hanno adeguati strumenti di supporto economico». Ancora, «il Reddito minimo o di cittadinanza è anche uno strumento fondamentale di contrasto alle mafie in una fase di grave crisi e di aumento della povertà e delle diseguaglianze sociali, perché toglie ossigeno a chi sfrutta il bisogno di lavoro trasformandolo in ricatto economico, per alimentare circuiti criminali che approfittano della povertà o per fare dei posti di lavoro merce per il voto di scambio. E impone al contrario un diritto che rende le persone meno deboli anche di fronte a chi ne vuole sfruttare i bisogni e le fragilità». Per Libera si tratta di «una misura indispensabile nel breve periodo per contrastare la povertà assoluta, l’esclusione sociale e il ricatto delle mafie».