Italia
Card. Bagnasco: alluvione Genova, «Grazie ai volontari ma istituzioni devono subentrare»
“Genova è nuovamente ferita da questa esondazione, da queste bombe d’acqua, ma soprattutto ripropone a se stessa il problema della propria sicurezza, della propria viabilità, della propria logistica”. L’arcivescovo oggi è tornato a Genova per stare accanto alla sua comunità diocesana colpita ancora una volta gravemente dal maltempo. Una situazione, quella di Genova, che richiama ancora una volta alla necessità di fare più prevenzione: “La prevenzione è qualcosa che ci deve essere sempre e non può mai finire perché le cose cambiano continuamente e Genova da questo punto di vista deve fare molto di più”, ha sottolineato lanciando un appello alla comunità dei fedeli, alla gente e ai sacerdoti che “si sono subito mobilitati”.
Rispetto all’alluvione del 2011 “la gente è più arrabbiata di allora, si sente ancora più abbandonata”, ha spiegato il cardinale Angelo Bagnasco, che ieri mattina ha compiuto un primo sopralluogo a Borgo Incrociati ed in via Canevari, una delle zone maggiormente colpite dall’alluvione, per constatare di persona la devastazione e l’entità dei danni. “La gente è arrabbiata, per non dire rabbiosa” ha affermato ancora il porporato. “Le persone con cui ho parlato – ha detto il porporato – mi hanno raccontato che in tre anni, dall’ultima alluvione, non hanno ricevuto nulla e che nulla è cambiato”. Rispetto al 2011, ha aggiunto il card. Bagnasco, “la situazione materiale appare decisamente più critica”. Le persone ed i negozianti “si sentono abbandonati”. Alcuni di loro hanno fatto presente al cardinale che fino ad ora è stato l’unico uomo delle istituzioni a recarsi da loro. “È un dato di fatto – ha spiegato il cardinale, che ha lasciato i lavori del Sinodo a Roma per tornare nella sua Genova – è un dato che non fa bene al morale della gente”.
Il porporato ha anche ricevuto ieri mattina una telefonata di Papa Francesco che lo ha chiamato mentre Bagnasco stava compiendo un sopralluogo a Borgo Incrociati e in Via Canevari. “Il Santo Padre – ha affermato il card. Bagnasco – era già informato ma ha voluto avere da me informazioni aggiornate”. L’arcivescovo ha anche ribadito con forza quanto già affermato ieri in merito alla “necessità di interventi economici adeguati ma tempestivi, senza lacci della burocrazia che rallenta e blocca”. “I fondi ci sono – ha aggiunto – ma sono bloccati per questioni burocratiche, per ricorsi al tribunale”. Ieri il cardinale ha voluto celebrare una Messa alle ore 17.30 nella parrocchia di San Gottardo, a Molassana, un’altra zona di Genova che conta numerosi danni. La seconda Messa è in programma stamani, alle ore 11, nella chiesa parrocchiale dei Diecimila Martiri Crocifissi, in via Canevari, vicino alla quale ha perso la vita l’infermiere Antonio Campanella. “Una Messa di suffragio – ha spiegato il cardinale – e per chiedere a Dio la forza e il coraggio di ricominciare per chi ha visto distrutti i sacrifici di anni o di una vita”. Al momento, il cardinale sta visitando i negozi e le attività commerciali nella zona di via Ferreggiano.
Per fare fronte alle prime necessità di coloro che sono stati colpiti dall‘alluvione, “la Chiesa ripeterà, come fece nel 2011, una raccolta straordinaria domenica prossima”, ha annunciato il cardinale Angelo Bagnasco, a margine della Messa che ha celebrato ieri pomeriggio presso la parrocchia di San Gottardo, nel quartiere di Molassana, al termine della prima giornata dedicata alla visita delle zone maggiormente colpite dall‘alluvione che si è abbattuta nei giorni scorsi a Genova e in Liguria. Il porporato ha poi ricordato che “la Cei ha stanziato un milione per i primi interventi”. Il cardinale ha anche parlato dei “tanti volontari che, come sempre, specialmente i giovani appaiono come un miracolo bello ma non possono durare per sempre. Fanno il loro compito generoso però poi sono le istituzioni che devono subentrare per ricostruire il domani”.
Parlando prima della Messa, il cardinale ha poi ricordato che “l‘auspicio e l‘insistenza, da parte di tutti, è che ci siano interventi finanziari adeguati e, soprattutto, tempestivi tanto più adesso che tutti sanno che c‘erano i milioni per le ricostruzioni e le infrastrutture e sono bloccati dalla burocrazia. Al danno si aggiunge la beffa e questo fa arrabbiare”. “Speriamo – ha aggiunto parlando a margine della Messa che ha celebrato nella parrocchia di San Gottardo – che la coscienza del mondo della politica, ma non solo della politica, possa avere il sopravvento e passare dalle parole ai fatti”. Il cardinale ha incontrato numerosi abitanti e negozianti ed ha riferito di aver colto “tanta sofferenza e tanta preoccupazione da parte della gente che, avendo perso il lavoro, gli esercizi, i negozi, l‘artigianato, non sa cosa sarà domani”. I commercianti, ha spiegato, “si sono rimessi in piedi, dopo il 2011, facendo dei grandi mutui che stanno ancora saldando e adesso dovrebbero ricominciare da capo”.
Rispondendo ad una domanda sull‘assenza della politica locale avanzata in questi giorni da tanti cittadini, il cardinale ha affermato: “La gente si è lamentata di questa assenza fino ad oggi e si sente un po‘ sola”. Le persone però “sanno che la Chiesa è vicina con i sacerdoti e le parrocchie”, ha aggiunto. “Si vorrebbe poter intervenire al più presto”, ha proseguito, perché “il fatto della lentezza esaspera la gente” e “anche se ci dovesse essere un intervento, è fondamentale la velocita perché la vita non si ferma”. “Sono sicuro – ha concluso – che con l‘attenzione dei parroci, che conoscono bene il territorio, possiamo fare interventi mirati ed efficaci come è giusto”