Italia
Volontariato, Patriarca (Cnv): «Ok lotta a pedofilia, ma norma su certificati penali porta a collasso enti»
A preoccupare le associazioni di volontariato – e non solo – è l’articolo25-bis del decreto legge 39/2014, che prevede la richiesta del certificato penale del casellario giudiziale da parte del datore di lavoro “che intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori, al fine di verificare l’esistenza di condanne”, ovvero “l’irrogazione di sanzioni interdittive all’esercizio di attività che comportino contatti diretti e regolari con minori”. Secondo quanto scritto nel testo, il datore di lavoro che non adempie all’obbligo entro il 6 aprile è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma che varia da 10mila e 15mila euro.
“Siamo favorevoli a norme che tutelano i minori ed esibire un certificato che esclude carichi penali è cosa giusta. Ma la norma, così fatta, non funziona”, aggiunge Patriarca. “Ci sono ancora molti punti incomprensibili. A partire dalla scadenza del sei aprile. Non è infatti chiaro se quello è davvero il termine ultimo per la consegna dei certificati. L’eccesso di burocrazia, complice la farraginosa comunicazione e la difficoltà nell’interpretazione del testo, rischia di abbattersi pesantemente sulle attività delle associazioni e di creare il collasso nelle cancellerie dei tribunali, che si troverebbero sommerse da centinaia di migliaia di richieste”.
Per Patriarca, che nel ruolo di parlamentare richiederà a breve un’interrogazione, ci sono molte questioni da chiarire. “A partire dai certificati: visto che il casellario viene periodicamente aggiornato, vanno rinnovati ogni sei mesi?”, si domanda il presidente Cnv. “La legge parla poi di datori di lavoro ma il non profit non ha strutture gerarchiche come le altre aziende. Insomma, alla fine, per una giustissima esigenza di trasparenza, si rischia di creare disposizioni che appesantiscono gli adempimenti burocratici. Il testo parla poi di ‘contatti diretti e regolari’ con minori, ma non si specifica alcuna definizione temporale. Inoltre non è chiaro se il provvedimento è valido anche per gli operatori italiani all’estero”.