Italia

Grasso ricorda Moro e le vittime delle stragi: ora commissione d’inchiesta

“Entrando qui – ha proseguito – mi ha colpito l’affresco sul soffitto con 4 parole: giustizia, diritto, fortezza e concordia. Quella concordia e pace sociale di cui il paese ha disperatamente bisogno”. “Domani – ha detto ancora – è l’anniversario dell’Unità nazionale dopo un lungo e difficile cammino. Bisogna superare le differenze e trovare insieme un sentiero condiviso. Il primo pensiero va alla fase costituente della nostra Repubblica: ci hanno dato la costituzione più bella del mondo”. “Di quanto radicale e urgente sia il tempo del cambiamento lo dimostra la scelta del nuovo Pontefice, Papa Francesco, i cui primi atti hanno evidenziato un’attenzione prioritaria verso i bisogni reali delle persone”.

Il ricordo di Aldo Moro, proprio nella giornata dell’anniversario dell’uccisione dello statista e della sua scorta e un pensiero alle “migliaia di giovani che oggi a Firenze hanno partecipato alla Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. Sono due dei tributi che il neopresidente del Senato, Pietro Grasso ha voluto dedicare nel suo disorso di insediamento, a confermare il suo impegno di magistrato, di cittadino e ora di politico e uomo delle istituzioni contro mafia e terrorismo.

“Sono trascorsi 35 anni da quel tragico giorno che non fu solo il dramma di un uomo e di una famiglia, ma dell’intero Paese – ha ricordato Grasso -: in Aldo Moro il terrorismo brigatista individuò il nemico più consapevole di un progetto davvero riformatore, l’uomo e il dirigente politico che aveva compreso il bisogno e le speranze di rigenerazione che animavano dal profondo e tormentavano la società italiana. Come Moro scrisse in un suo saggio giovanile “Forse il destino dell’uomo non è di realizzare pienamente la giustizia, ma di avere perpetuamente della giustizia fame e sete. Ma è sempre un grande destino”. Ai giovani di Firenze Grasso ha invece espresso il rammarico di “di non poter essere con loro come ogni anno” a ricordare “l’impegno il sacrificio l’esempio” di chi si è sacrificato per combattere la mafia, il cui esempio “dovrà essere il nostro faro”.

Poi dopo aver ricordato “Teresa Mattei che ci ha lasciato 5 giorni fa” e aver auspicato “l’istituzione di una commissione di inchiesta sulle stragi del Paese”, Grasso ha rivolto “a nome dei senatori un mio personale e deferente saluto” al presidente Napolitano, “supremo garante della Costituzione e dell’unità italiana che con saggezza e salda cultura costituzionale esercita il suo mandato di capo dello Stato” .

“La politica ha bisogno di essere cambiata e ripensata dal profondo. Facciamo che il Senato diventi una casa di vetro”, ha detto ancora l’ex magistrato. E ha concluso con queste parole: “Chiudo ricordando cosa mi disse il Capo dell’ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo Antonino Caponnetto, poco prima di entrare nell’aula del maxi processo “Fatti forza, ragazzo, vai avanti a schiena dritta e testa alta e segui sempre e soltanto la voce della tua coscienza”. Sono certo che in questo momento e in quest’Aula l’avrebbe ripetuto a ciascuno di noi”.