Italia
Incontro Benedetto XVI-Napolitano: «Grande stima reciproca»
Il colloquio, informa la Sala Stampa, è durato una ventina di minuti; «nella conversazione, il Papa – riporta la nota – ha manifesto la sua attenzione e partecipazione per gli importanti appuntamenti che attendono prossimamente il popolo italiano». Inoltre prosegue la Santa Sede, «non sono mancati riferimenti ai principali temi della situazione internazionale, in particolare alle preoccupazioni per la pace nelle regioni più travagliate del mondo, come il Medio Oriente e l’Africa».
«Il richiamo ai Patti Lateranensi ci consente di misurare la lunga strada percorsa – anche negli ultimi anni e per convergente impegno – verso una serena e fiduciosa cooperazione tra Stato e Chiesa al servizio del bene comune, ‘nel pieno rispetto’ – sono Sue parole (di Benedetto XVI, ndr) – ‘della distinzione tra la sfera politica e la sfera religiosa’», ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, prima del concerto del Maggio musicale fiorentino, rivolgendosi pubblicamente a Benedetto XVI. Esprimendo in tale circostanza «una forma di simbolico pubblico commiato» per il termine del settennato presidenziale, Napolitano ha fatto memoria degli «incontri e colloqui» avuti con i Papa «in molteplici occasioni, nel corso di questi sette difficili anni, difficili non solo per il mio Paese in un mondo sempre più interdipendente». «Molto mi dice – ha aggiunto il Capo dello Stato – la memoria del nostro reciproco ascoltarci. Molto mi ha arricchito il dialogo che abbiamo potuto intrattenere: sull’Italia, sull’Europa, sulla pace e sulla stessa politica intesa come dimensione essenziale dell’agire umano, sulle radici ideali e morali dell’impegno politico». E ha concluso: «Continueremo, Santità, come italiani, in qualunque posizione, a prestare attenzione ai Suoi messaggi, a trarne motivo di riflessione e di fiducia».
Nelle opere di Giuseppe Verdi «colpisce sempre come egli abbia saputo cogliere e tratteggiare musicalmente le situazioni della vita, soprattutto i drammi dell’animo umano, in modo così immediato, incisivo ed essenziale come raramente si trova nel panorama musicale». Lo ha ricordato, questa sera nell’aula Paolo VI, in Vaticano, Benedetto XVI, al termine del concerto diretto dal maestro Zubin Mehta, nel quale l’orchestra del Maggio musicale fiorentino ha offerto la sinfonia verdiana «La forza del destino» e la «Terza» di Beethoven.
Dopo i saluti, tra cui quello al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Santo Padre ha proposto una riflessione sui brani appena ascoltati. «Affrontando il tema del destino – ha proseguito il Santo Padre – Verdi si trova ad affrontare direttamente il tema religioso, a confrontarsi con Dio, con la fede, con la Chiesa; ed emerge ancora una volta l’animo di questo musicista, la sua inquietudine, la sua ricerca religiosa». Papa Benedetto ha quindi ripreso le due versioni de «La forza del destino», «quella del 1862 per San Pietroburgo e quella del 1869 per ‘La Scala’ di Milano», nelle quali «i finali cambiano: nella prima don Alvaro termina la vita suicida, rifiutando l’abito religioso e invocando l’inferno; nella seconda, invece, egli accoglie le parole del Frate Guardiano a confidare nel perdono di Dio e l’opera termina con le parole ‘Salita a Dio’».
«Qui – ha sottolineato il Pontefice – è disegnato il dramma dell’esistenza umana segnata da un tragico destino e dalla nostalgia di Dio, della sua misericordia e del suo amore, che offrono luce, senso e speranza anche nel buio. La fede ci offre questa prospettiva che non è illusoria, ma reale». «Questa – ha precisato – è la forza del cristiano, che nasce dalla morte e risurrezione di Cristo, dall’atto supremo di un Dio che è entrato nella storia dell’uomo non solo con le parole, ma incarnandosi». Infine, la «Terza» sinfonia, nella quale «Beethoven esprime musicalmente l’ideale dell’eroe portatore di libertà e di uguaglianza, che è davanti alla scelta della rassegnazione o della lotta, della morte o della vita, della resa o della vittoria; e la Sinfonia descrive questi stati d’animo con una ricchezza coloristica e tematica fino ad allora sconosciuta».
Nella «celebre Marcia funebre», ha puntualizzato il Papa, «il pensiero sulla morte invita a riflettere sull’al di là, sull’infinito». «La ricerca di senso che apra ad una speranza solida per il futuro – ha concluso – fa parte del cammino dell’umanità».
http://youtu.be/czCwNEcg2rs