Italia

Immigrati: rimesse nel 2011 pari a 7,4 miliardi

(ASCA) Sono 7,4 miliardi di euro le rimesse degli immigrati nel 2011. L’accordo tra Abi e Acri presentato questa mattina alla presenza del ministro della cooperazione e integrazione Andrea Riccardi protocollo impegna Palazzo Altieri a costituire un gruppo di lavoro al fine di: svolgere un’attività propedeutica di confronto e contribuzione per la realizzazione di una struttura di collegamento tra intermediari finanziari dei Paesi d’accoglienza e d’origine per la valorizzazione del risparmio dei migranti, sulla scorta di quella sperimentata in Senegal; promuovere il modello pilota in altri Paesi e contesti di riferimento, ove esistano le condizioni e l’interesse di tutti i soggetti coinvolti; organizzare incontri di approfondimento e di conoscenza fra le banche italiane e possibili partner istituzionali e finanziari dei Paesi di riferimento per la promozione di siffatti modelli operativi e/o piattaforme finanziarie; supportare le banche aderenti al modello pilota e/o alle analoghe successive iniziative nell’implementazione dei medesimi al fine di favorire la massima valorizzazione del risparmio dei migranti fra l’Italia e i Paesi di origine.

A sua volta l’Acri si impegna a: informare e coinvolgere le Fondazioni associate nel sostenere il modello pilota già in essere e le eventuali successive analoghe iniziative; fornire adeguato supporto al processo, anche attraverso le competenze tecniche rese disponibili all’interno di specifici progetti promossi su questi temi da Fondazioni associate; contribuire a fornire adeguata diffusione e comunicazione delle attività inerenti il modello di valorizzazione del risparmio dei migranti fra l’Italia e i Paesi di origine.

L’idea che queste risorse possano avere un ruolo importante per lo sviluppo dei Paesi, oltre che dagli studi in corso, è accreditato anche dalle esperienze di migrazioni intervenute nei decenni scorsi in altri Paesi, come per esempio l’Italia. Uno dei Quaderni di Storia Economica di Banca d’Italia (ottobre 2011) ricorda che le rimesse degli Italiani emigrati all’estero, tra il 1876 e il 1913, hanno aiutato il Paese in diversi modi: hanno prodotto un flusso di risorse pari, in media, al 2,7% del pil (che si aggira intorno al 4,5% negli anni del primo dopoguerra); hanno contribuito a ridurre il divario nord-sud, in quanto i migranti provenivano principalmente dalle regioni meridionali; hanno avuto un impatto positivo sullo sviluppo del sistema finanziario (in particolare le Casse di Risparmio del Sud): nonostante l’ingente quantità di risorse che tornò in Italia attraverso canali informali, infatti, il volume dei depositi in conti postali di risparmio tra il 1890 e il 1913 salì da 323 milioni di lire a più di due miliardi.