Italia

Immigrati, non più di passaggio

Aumenta l’incidenza dei ricongiungimenti familiari e cala quella dei permessi per lavoro. Cresce soprattutto la quota dei cosiddetti «lungosoggiornanti», cioè degli stranieri «regolari» che vivono in Toscana da almeno 5 anni. E quella dei minori immigrati, passati dai circa 9 mila del ’96 agli oltre 23mila del 2001. È la fotografia dell’immigrazione in Toscana scattata dal Dossier statistico immigrazione della Caritas che, da qualche anno, dedica un ampio capitolo, curato dalla Caritas di Pisa, al territorio regionale.

Mostra le tabelle sugli immigrati in Toscana (.pdf)

«Sono tutti indicatori – spiegano gli esperti della redazione regionale – di un passaggio graduale, ma neppure troppo lento, dalla fase dell’arrivo e del primo inserimento a quella della stabilizzazione della presenza». Insomma, quella straniera è, da tempo, una componente stabile della popolazione toscana ed è destinata a rimanerlo ancora per parecchio tempo «perché nulla, in prospettiva, lascia supporre un perdita di capacità attrattiva del territorio».

L’immigrazione in Toscana. Al riguardo non deve trarre in inganno la cifra totale degli immigrati regolarmente soggiornanti in Toscana che, secondo i dati del Ministero dell’Interno rielaborati dalla redazione del «Dossier», sono 94.467, ben il 17,8% in meno rispetto rispetto ai circa 114mila dell’anno precedente. Perché è dovuta prevalentemente alla riorganizzazione dell’archivio centrale del Centro elaborazione dati del ministero che ha permesso di cancellare i permessi di soggiorno scaduti e le doppie registrazioni, «con l’aggiunta – spiegano gli esperti della Caritas di Pisa – di qualche probabile errore, specie relativamente ad alcuni contesti provinciali, che ha contribuito ulteriormente ad abbassare la quota dei soggiornanti sul territorio regionale».

Circa il 30% degli immigrati soggiornanti in Toscana vive nell’area fiorentina. Seguono Prato (13%), Arezzo (10,8) e Pisa (10,4). Ma gli incrementi più consistenti si registrano nelle province di Siena e Livorno, «un dato particolarmente interessante – commentano gli esperti –: se sarà confermato nei prossimi anni, si tratterà di un importante elemento di novità che dimostra come gli stranieri comincino ad inserirsi anche in aree diverse da quelle tradizionali d’immigrazione».

Le provenienze. Ogni cento immigrati soggiornanti quasi la metà (47%) è europeo, un quarto (24) asiatico, un quinto (18) africano e un decimo (10,5) americano. La Toscana, anche nel 2001, ha confermato le specifiche caratteristiche evidenziate negli anni precedenti: una marcata presenza d’immigrati d’origine europea, soprattutto dell’Est (+4,3% rispetto alla percentuale nazionale), e asiatica, particolarmente dell’Estremo Oriente (+7,4%). Decisamente bassa, invece, l’incidenza degli stranieri provenienti dall’Africa Settentrionale (-8,9%).Il gruppo nazionale più numeroso è quello albanese (quasi 17mila persone), seguito da quello cinese (11mila) e quello marocchino (otto mila). I motivi del soggiorno. La conferma del crescente radicamento delle comunità immigrate arriva dai motivi ufficiali alla base del rilascio del permesso di soggiorno. Nella quasi totalità dei casi (98,1%) si tratta di documenti che presuppongo una permanenza di lunga durata: soprattutto lavoro, ma anche ricongiungimento familiare, studio e motivi religiosi. «Insomma – dicono alla Caritas di Pisa – tutte cause che lasciano supporre una presenza continuata per un periodo piuttosto lungo e non certo un immigrazione cosiddetta “di transito”». Una considerazione che assume un significato ancora maggiore se si considera che dei circa 115mila immigrati regolarmente soggiornanti in Toscana alla fine del 2000 quasi la metà viveva in Toscana da almeno cinque anni ed oltre un quinto addirittura da dieci.Lo stato civile. Meno «single» e più famiglie. I ricongiungimenti sono in aumento (+ 6,6 rispetto al 2000) e, conseguentemente crescono anche i nuclei familiari residenti in Toscana: ben la metà degli immigrati iscritti nelle anagrafi comunali è sposato mentre i celibi e le nubili si fermano al 45%.

I minori. Sono più che raddoppiati nello spazio di quattro anni, passando dai 9.391 del ’96 ai 23.067 del 2000, per un incremento di ben il 146%. Se ne sono accorti gli insegnanti e gli operatori scolastici: ogni cento alunni seduti sui banchi della Toscana 3,7 sono stranieri. La quota cresce alle elementari (4,8%) e alle medie (4,9%) per diminuire drasticamente alle superiori (1,6%).

Il lavoro. Le opportunità occupazionali offerte dall’economia regionale restano la «calamita» in grado di attrarre, costantemente, nuovi flussi migratori. Nel 2001 i nuovi posti di lavoro occupati da immigrati sono stati ben 6.500, il 92% dei quali ad extracomunitari: in pratica ogni cento nuovi impieghi, 16 sono andati a cittadini stranieri.Stranieri detenuti. Le strutture di detenzione toscane sono affollate. E gli immigrati sono una componente importante della popolazione carceraria visto che coprono ben il 42% dei detenuti, un dato superiore di ben 18 punti alla media nazionale. Ma la Caritas diocesana invita a non trarre conclusioni affrettate: «Sarebbe un errore clamoroso dedurre da questo dato una particolare propensione a delinquere di alcune comunità straniere presenti sul territorio regionale». Anche perché altri numeri danno indicazioni diverse: oltre la metà degli stranieri detenuti è ancora in attesa di giudizio, «si trovano in carcere ma ancora non è stata accertata la loro colpevolezza». Lo stesso dato, sul totale della popolazione carceraria (italiani e stranieri) è inferiore di ben 19 punti percentuali. La conseguenza, secondo la Caritas di Pisa, è una sola: «La presenza di tanti immigrati nelle carceri, non solo toscane, evidenzia soprattutto una loro condizione di particolare debolezza all’interno del sistema penale italiano».F.P.

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